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e che il Governo avrebbe dovuto soccorrere moralmente e materialmente la trasformazione edilizia della città, che d’un tratto era divenuta centro politico della nazione italiana. Questa idea a poco a poco divenne generale; la giustizia e la necessità del concorso governativo non furono più messe in dubbio; le varie Amministrazioni, che si succedettero nel Comune di Roma, ne trattarono col Ministero le condizioni; il Parlamento ed il Senato le sanzionarono; e finalmente fu pubblicata la legge 14 maggio 1881, sul concorso dello Stato nelle opere edilizie e di ampliamento della capitale del regno.


Mandato della Commissione esaminatrice

del piano regolatore


Questa legge naturalmente doveva esigere la pubblicazione del piano regolatore, costituendo esso il concetto e la base di tutto il riordinamento edilizio. Difatti l’articolo 2° della convenzione fra Governo e Comune stabilisce, che innanzi tutto debba quel piano essere sottoposto all’approvazione legale. E l’Amministrazione municipale, confortata dalla deliberazione presa dal Consiglio nella seduta 20 luglio 1881, ordinò al Direttore dell’ufficio tecnico di riassumere e dare perfezionamento al piano regolatore in modo, che riuscisse informato ad unità di concetto, in armonia con quanto è stato eseguito o iniziato, corrispondente ai bisogni accertati dalla esperienza, conforme infine alle idee più vagheggiate, che si vennero manifestando dal 1870 in poi; delle quali l’ufficio possedeva la tradizione, ed avevano formato oggetto di studio continuo.