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gliesse e coordinasse quanto di meglio e di più pratico era stato fino allora proposto nei progetti anteriori, tenendo anche conto delle idee manifestate dalle persone più competenti. Fu a tale effetto chiamato alla direzione speciale di questo studio e di questo piano il distinto ingegnere signor Alessandro Viviani, che aveva fatto parte della prima Commissione e che poco appresso fu nominato Direttore dell’ufficio d’arte municipale. Dopo qualche mese il piano generale di massima era approntato; la Giunta lo presentò al Consiglio, e fu da questo approvato nella seduta del 28 novembre 1871. Ma prima di sanzionarlo con una approvazione definitiva, e di decidersi a dargli effetto esecutivo nei modi voluti dalla legge 25 giugno 1865 sulle espropriazioni per causa di pubblica utilità, volle l’Amministrazione comunale che quel piano fosse esposto al pubblico, per raccoglierne le osservazioni e le critiche; e con notificazione del 13 gennaio 1872 si diè avviso che tutti potevano esaminarlo nell’aula massima capitolina. Si prese nota delle persone che intervennero, le quali furono in media 120 al giorno per 15 giorni consecutivi; in tutto circa 1800. Grandissima parte adunque dei proprietari e degli artisti ebbero esatta conoscenza delle generalità delle proposte, pel miglioramento ed ampliamento della città. Le obiezioni furono poche e parziali, tendenti in genere o ad evitare la distruzione di qualche stabile, o a tutelarne il valore in caso di espropriazione. Ad ogni modo fu fatto tesoro delle osservazioni private e di quelle del giornalismo, per apportare qualche perfezionamento, qualche correzione nel piano di massima. Nel frattempo si vennero man mano approvando non poche delle opere del piano stesso, poi-