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— Vostra moglie è vedova — gridò Adriano andando verso il duca. E se voi non vi rassegnate alla vedovanza sociale, cui le avete fatto, io m’incarico di far eseguire da Dio la sentenza del mondo. I forzati perdono i diritti civili.

E ciò dicendo chiudeva l’uscio del suo salone in faccia al duca.




Alle cinque, Adriano entrava nel gabinetto del principe di Lavandall.

— Signor conte — disse il principe di Lavandall — voi siete cugino della duchessa di Balbek. Venite altresì in nome di lei?

— No, signore. Io vengo nel nome mio proprio. La duchessa però mi à narrato le proposizioni cui le avete fatto, gli accomodamenti che avete stabiliti. So tutto, insomma.

— Ne sono lietissimo. Amo meglio trattar con un uomo — continuò il principe. Si esce sempre battuti di un negoziato con una donna. Se il diplomatico trionfa, l’uomo perde; se il cavaliere si allegra del suo successo, il negoziatore ne piglia il bruno. Gli è impossibile intendersi, quando non è lecito chiamar le cose del loro nome; quando è mestieri far delle perifrasi per spiegarsi, ed astenersi dalle proposizioni chiare, brutali: se no, no! Preferisco dunque intendermi con voi. Che venite a dirmi?

— Son compiaciuto trovarvi del mio avviso, principe. La duchessa non poteva intingere il dito, senza insozzarsi, in questa immonda bisogna. Le ò sparmiato questo compito, a sua insaputa. Ecco dunque che vengo a dirvi. Voi avevate proposto un baratto: carte per carte! Io vi porto, al contrario, quest’offerta: silenzio per silenzio!

— Come ciò? — sclamò il principe.

— Dapprima, signore, è una cosa, che antistà a tutte, a dichiararvi: che, cioè, l’onore del signor duca di Balbek non ci riguarda più. Esso è a voi: potete sparmiarlo o distruggerlo a vostro talento. Madama di Balbek ritorna contessa di Meuge. Suo figlio prende il nome dell’avolo. Cosicchè, che voi conserviate, pubblichiate o bruciate la dichiarazione del duca, cui possedete, torna per noi completamente lo stesso. Noi lo abbiamo cancellato dalla nostra famiglia. Egli potrà essere per il mondo puro o riabilitato; per noi, egli sarà mai sempre infame.