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VII.

Una prescrizione verbale.

Maud non rivide più suo marito.

Troppo debole per alzarsi, ella lo fece chiamare il giorno stesso nella sua camera, poi il dì seguente; poi il quarto giorno.

Il principe non ascoltò quella voce, non obbedì a quell’appello.

Il quinto giorno e’ partì per Nizza.

Il dottore di Nubo gli aveva ordinato di andare a prendere dei bagni di sole nelle contrade del mezzodì. Il dottore gli aveva inoltre promesso di andarlo a trovare e di recarsi insieme a lui in Svizzera.

Infrattanto, il principe aveva preparato un ordine di 150,000 franchi sul suo banchiere per il dottore. Ma questi aveva respinto l’ordine, preferendo ricevere quella somma di mano a mano, nel gabinetto.

Honni soit qui mal y pense!

Il principe pagava al medico certi apparecchi che questi aveva fatti costruire da un fabbricante di macchine di fisica, per i quali apparecchi il dottore di Nubo promettevasi di salvare la principessa Maud di Lavandall.

Ciò ci autorizza a pensare che il principe aveva ritirata la sentenza fatale con la quale aveva condannata sua moglie — alla fine del capitolo precedente.

Il conte Alessandro era ritornato in Russia.

Egli aveva ricevuto il giorno stesso un dispaccio del conte di Nesselrode, che lo chiamava, a nome dello Tzar.

Questa partenza aveva forse deciso il principe di Lavandall a lasciar Maud sola oramai nella sua residenza di Saint-Germain.

Noi che sappiamo le cose di una sorgente più autentica, noi diciamo che il conte Alessandro era tornato a Pietroburgo ed il principe Pietro erasi recato a Nizza.