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che, aspettando la rete delle ferrovie, possono costituire linee di comunicazioni facili e poco costose del nord dell’Europa col centro dell’Asia e le frontiere della Cina. La Russia ha posto per tutti e per ogni mestiere.

All’esteriore, essa ne impone. Ma sopra tutto la è inviolabile in casa sua. Napoleone penetrò fino a Mosca; la Francia e l’Inghilterra hanno bombardato Sebastopoli. E poi? Si umiliò un uomo, il quale si suicidò, ma non si graffiò neppure l’epidermide della nazione. Meglio ancora. Alessandro I venne a dettar la legge a Parigi; e la caduta di Sebastopoli ha preluso all’organamento più moderno dell’esercito russo ed alla creazione delle ferrovie, che, fra dieci anni, solcheranno il paese da una estremità all’altra — da Cronstad al Caspio, dalla Gallizia all’Amur forse, sul Pacifico.

Il lato debole dell’Impero russo è il non avere sbocchi su i grandi Oceani. Perocchè il Sund, benchè aperto, lo strangola da un lato, i Dardanelli lo bloccano da un altro. Ma ciò costituisce altresì il pericolo dell’Europa; dapoichè un giorno la Russia reagirà onde sottrarsi al soffoco che prova come potenza mediterranea.

La Russia ha rinunziato all’Europa occidentale, vale a dire ad uscire di casa sua. Operando in Asia, se la si vorrà soffermare, saranno la Francia, l’Inghilterra, l’Austria, l’Alemagna, che dovranno andare ad attaccarla sul suo territorio — vale a dire, andarsi a collocare nella gola del mostro. E ciò, mediante spese ruinose, cui i popoli non paiono disposti a tollerare. Imperciocchè, gli è mestieri constatarlo: noi non giudichiamo più la Russia oggidì con i pre-