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— Perchè ho avuto paura me lo rifiutassero, dissi io abbassando il capo.
Il direttore tacque, e mi osservò più attentamente; poi soggiunse:
— Vi resta ancora trecentoquaranta verste a percorrere, prima di arrivare alla mina di Ukbul, ove dovrete lavorare. Avete qualche cosa a dimandarmi?
— Sì, se l’osassi, non sapendo se ciò sia nelle vostre attribuzioni.
— Osate.
— Ebbene, vorrei essere liberato delle mie catene. Sono circa tre mesi che non ho levato i miei stivali.
— E poi ancora?
— Oh! sclamai io, con un vivo slancio di riconoscenza, potreste voi cangiare la mia destinazione? Quelle miniere di verde-rame....
— Ciò, no. La pena è fissata dal governatore generale della Siberia occidentale, il quale, peraltro, non ne aveva il diritto, poichè voi venivate nella Siberia orientale. Gli è dunque il governatore generale della Siberia orientale, che può revocare la sentenza, ovvero il concessionario delle miniere del Governo, il signor Astatchef, che può derogarvi. Bisognerà fare una domanda e farla appoggiare dal direttore della miniera di Ukbul.
— Mi rassegno.
— Le vostre catene vi saranno tolte, e partirete fra tre o quattro dì. Non sovvenitevi troppo di ciò che foste, signore; la fierezza non può che peggiorare la vostra condizione, di già sì trista.
E’ chiamò, e dette degli ordini. Un’ora dopo, ero sgravato dei ferri, e passeggiavo per la città.
Ecco la Russia, ed ecco la causa dei giudizi con-