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Espartero. Delcarretto quindi seguì il movimento progressivo delle idee, assistette con l’arma al braccio alla propaganda, seppe tutto e lasciò fare. Voleva con ciò riabilitarsi? domandava accomodarsi un perdono per i delitti passati? no: voleva sorprendere; sorprendere il vigliacco tirannello che lo aveva adoperato fin allora e, sull’orlo del precipizio, o balzarlo giù o obbligarlo ad abdicare: sorprende il popolo, rivelandosi ad un tratto come il suo liberatore, rivestendo della toga di Cassio il corpo di un Tigellino, e farsi nominar primo console o dittatore. La sua ambizione era smisurata come la sua ferocia, come la sua stoltizia.

8. I primi atti del governo di Pio IX avevano messa la febbre nel cuore degli italiani. Abituati a considerare il sacerdozio come baluardo di ogni tirannia, organo di ogni corruzione, e negazione di ogni misericordia; l’amnistia con cui Pio IX si presentava nel mondo politico fu una rivelazione. Non che ci avesse tocchi di entusiasmo un atto, che era una necessità di Stato improrogabile; ma quell’atto, nella persona di un prete, era la più alta significazione della maturità civile a cui erano giunti i principii della nuova società. Lo spavento con cui venne accolta dai principi questa iniziazione di transazione, fu il termometro più sicuro della loro debolezza e della loro colpabilità. Quell’atto li aveva colti in flagrante delitto: era una protesta per tutti, fatta in nome di colui che si diceva vicario di Cristo. All’amnistia successero taluni temperamenti municipali, per cui tante lagrime e tanto sangue sotto il pontefice passato si erano sparsi, e per cui Roma si allivellava agli altri Stati d’Italia. Il terrore dei principi crebbe; crebbe nel popolo la speranza