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di Giacomo II, di Carlo X, di Napoleone e di Luigi Filippo; la prigionia di Cristiano II, di Eduardo II, di Riccardo II; ed il palco di Carlo I e di Luigi XVI. Interrogate l’istoria la quale non ha privilegi a difendere, interessi privati a custodire, pensioni a dimandarvi, non mica i cortigiani che vi danno la vertigine, esasperano la vostra sete d’imperio, sureccitano la vostra lussuria di crudeltà, v’inviluppano nel fatidico drappo del dritto divino lacerato da tante rivoluzioni e v’innalzano agli onori di un semidio anche dopo la vostra fuga favolosa dalla campagna romana. Consultate la stampa libera di tutta l’Europa la quale ogni dì gitta al cospetto di Dio un atto di accusa sul vostro capo, e di una voce solenne vi rammenta che la vostra giornata è finita, che voi siete incompatibile col secolo, che il volervi seppellire nei delitti del principato è un eroismo da commedia, uno sforzo da funambolo. Siete abborrito, siete detestato; contentatevi e cercate di sfuggire al ridicolo. Questa memoria avvelenerebbe la vostra gloria da Erostrato. Voi ridete? voi ridete perchè oggi tutto sembra secondarvi; perchè avete sotto le bandiere centomila croati; perchè tutta l’Europa si leva in armi come ai bei giorni di Napoleone; perchè tutte le ignobili passioni si sono collegate per far la guerra al diritto, alla giustizia, alla virtù; perchè l’orso del nord ha gittato nella coppa la spada del cosacco. Ebbene, attendete dunque, attendete qualche mese ancora e che il vostro desiderio sia fatto. Ma siete voi sicuro della fossile rassegnazione del popolo russo? dell’indolenza alemanna? della reazione francese? dell’indecisione inglese? siete voi sicuro che i vostri soldati non apri-