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P. — Savie parole dicesti; ed io tanto più le approvo che in gran parte s’accostano a quelle che costumo di meditare. Ma tu mi impronta l’animo di tal suggello, che io quindinnanzi non sia mai più condotto ad ingannarmi ed a blandire a’ miei errori. Dappoichè il conoscere la meta, e appresso non darsene alcun pensiero a raggiungerla, è ciò che travia gli uomini dal buon cammino.

A. - M’aggrada forte udir tali cose di bocca tua; e con ciò dimostri di non discorrere a caso, ma sì pensatamente. Abbiti adunque, a non più ricadere, il segno che chiedi. Se qualora mediti la morte non ne resti commosso, vuol dire che fu vano, siccome del rimanente, il tuo pensiero. Ma se invece un sudor freddo ed un triemito ti assaliranno, se trascolorerai nel sembiante, e già ti parrà di travagliarti di mezzo alle mortali angosce, e ti si scriverà, come a dir, nel pensiero, che l’anima non appena uscita del corpo, dovrà presentarsi al giudice eterno per rendergli strettissimo conto d’ogni parola, d’ogni atto della vita trascorsa; se finalmente vorrai persuaderti che non è da riporre veruna fiducia nella bellezza della persona, nella gloria del mondo, nella potenza dell’ingegno, nella forza o nella ricchezza, perchè quel giudice non può nè ingannarsi, ned essere placato o cor-