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timenti cristiani. — Ma lasciando ora di questo, che ne sarà tema a più lungo discorso, diremo che egli compose alcune operette che trattano di per sè religiosi argomenti; tra le quali e' non v’ha dubbio che non si deggia assentire il primo luogo a quella che intitolò: Del disprezzo del mondo; o II mio segreto. E ben a ragione la chiamò il suo segreto; sì perchè dettolla a sfogare l'interna amarezza che gli abbondava nel cuore, nel sentirsi troppo lontano da quella perfezione, a cui pure incessantemente aspirava; sì perchè proponeasi di non farne lettura a nessuno che non fosse tra’ suoi più cari; tanto è vero ch’essa non giunse alle mani del pubblico, se non dopo la sua morte. Sono dialoghi divisi in tre parti; nei quali togliendo ad imitare le Confessioni di s. Agostino, e lui stesso introducendo ad interlocutore, si fa ad intrattenersi delle cose dell’anima. Lungi dall'infingersi, o dal volerci apparire virtuoso, egli ci mette a nudo dinanzi il proprio cuore; e non ve n’ha piega, per quanto riposta, cui non ci svolga. Così discorrendo per tutti sette i peccati capitali, ne rivela le piaghe dell'anima sua; ed aiutato dalla pietosa opera del santo suo medico, s’adopera a portarvi l’opportuno rimedio. Dei quali perchè il più efficace è il pensiero