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116 disse, con altrettanta arroganza clic verità : « il genere umano rive ai servigli di pochi ». Eppure, dopo che ebbe costretto P intero mondo a vivere non altro che per lui^egli viveva pegli altri. Domanderai forse1 per chi? Per coloro, io ti rispondo,'che lo uccisero; per quel Bruto e quel Cimbro e l’altra mano di perfidi congiurati, ad empiere le bramose voglie dei quali, non bastò la munificenza d’un si generoso benefattore. * • * P Le tue parole m’hanno vinto cosi, che più non disdegni d’essere nè povero né servo. 1 A. — Disdegnati piuttosto che tu non sia giunto ancora a divenire sapiente; cosa che sola può conferire la libertà e le ricchezze. Se non che dei sajpere, chq colui il quale vede con tranquillo occhio allontanarsi le cause, e poi si lagna perchè gli vengano ameno gli effetti, non s* intende per nulla della natura nè di quelle nè di questi. Ma va innanzi. Oltre al detto sin qui, è forse la fralezza, o qualche altro segreto affanno, che tanto ti martella? P. — Ogni qual volta io penso alle gravi snolestie che arrecommi il mio corpo , non posso non risentirne dispetto; ma quando disamino ciò che avviene agli altri, ho da consolarmi che il mio mi si mostri a sufficienza obbediente. Ed oh potessi dire lo stesso dell’animo! ma egli vuol dominare. \ A.—