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voci, m'involassi alle città, ed accogliendomi in seno al silenzio de' boschi e de’ campi, rompessi guerra agl’insidiosi onori? Io non mi sarei aspettato che mi dessi taccia di ambizioso.

A. — Voi, o uomini, molte cose lasciate, non già perchè non le abbiate in verun conto, ma sì perchè non vi è dato di giungerne al possedimento. Il desiderio e la speranza così si spronano l'uno l’altra, che quando questo raffredda, quella intiepidisce; e per contrario.

P. — Dimmi di grazia, che recidesse il volo al mio sperare. Forse era io così povero di mezzi?

A. — Di ciò mi taccio, ma quello bensì ti mancava onde oggi particolarmente gli uomini si giovano ad aggrandire. E sono lo scendere ed il salire le altrui scale, il blandire, l'ingannare, il promettere, il mentire, l'infingersi, il dissimulare e il soffrire ogni guisa d’indegnità. Tu di queste e simili arti povero affatto com'eri, bene estimando di non poter vincere la tua natura, con prudenza e destrezza, avesti ricorso ad altro: perchè, che significa, al dire di Cicerone, venire a lotta co’ numi, come un tempo i giganti, se non combattere colla propria natura?

P. - Ogni più desiderabile onore peririsca, ove si deggia accattare a tal prezzo