Pagina:Petrarca - Il mio segreto, Venezia, 1839.djvu/101


91

proferito da umana, bocca, ha pur forza d'oracolo. Finiscila dunque che ne sarebbe già tempo.

P. — Non patire difetto o aver abbondanza d’alcuna cosa, non comandare o servire; ciò è che solamente desidero.

A. - A non bisognare d’altrui, ti converrebbe svestire le umane forme. Ignori forse che l’uomo è il più povero di tutti gli animali?

P. — Sovente l’intesi, ma vorrei che me ne rinfrescassi la memoria.

A. — Mira com'egli nudo ed informe nasca tra i vagiti e le lagrime; pauroso e mal reggentesi sull’orme proprie, ha mestieri d'una mano che lo sostenti; a lui porgono alimento e vestito i muti animali. Fragile ha l'animo, inquieto, da molteplici morbi assediato, soggetto a innumerevoli passioni, povero di consiglio, ondeggiante sempre tra la gioia e il dolore; impotente a volere, inetto ad infrenare il senso, incerto di ciò che meglio lo giovi. Sin la misura del mangiare e del bere gli è ignota; e gli alimenti, che pur non vengono meno a veruna guisa d’animali, ei deve procacciarseli a sudore di fronte. Lui il sonno ammorbidisce, il cibo, rigonfia, la bevanda ubbriaca, la veglia affrange, la fame raggrinza, la sete inaridisce; e cupido e pauroso ad un punto, si annoia del posseduto, piange lo smarrito,