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conforti. 225

Alle frutta il povero zio, vedendoli piangere, siffatta giornata, con un buon bicchiere in mano di barbera anche lui, non seppe tener duro e dovette promettere la dote alla ragazza. L’amante tornò a galla, Silvio Liotti, commesso di negozio con buone informazioni, pronto a riparare il mal fatto. Manica col bicchiere in mano diceva a don Gaudenzio:

— Vedete, vossignoria; questo qui ne aggiusta tante.

Ma era destino che dove era l’Arlìa la contentezza non durasse. Il genero, ragazzo d’oro, si mangiò la dote della moglie, e dopo sei mesi Fortunata tornava a casa dai genitori a narrar guai e a mostrar le lividure, affamata e colle busse. Ogni anno un figliuolo anche lei come sua madre, e tutti sani come lasche che se la mangiavan viva. Alla nonna sembrava che tornasse a far figliuoli, chè ognuno era un altro

Verga. Per le vie. 15