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numeri 10 e 9 (Pelliccieria e Porta Rossa), io certamente non solleverei la questione pregiudiciale.»

Otto giorni dopo, il 20 Febbraio, l’on. Ministro della Pubblica Istruzione scriveva al Sindaco:

«Considero come condizione necessaria a proseguire nelle pratiche iniziate per la costruzione della nuova sede della Biblioteca l’offerta da farsi dal Comune di Firenze della cessione gratuita della terza area, compresa nei lotti 9 e 10. »

Il dono di quest’area, «giudicata accettabile perchè rispondente pienamente alle esigenze della Biblioteca e al desiderio del Governo», costituiva per il Comune un sagrificio molto maggiore di quello già offerto; giacchè il valore del terreno era superiore alle 500,000 lire.

Ma il Governo dichiarava al Sindaco che, «quanto più generosa fosse la offerta del Comune di Firenze», tanto più facilmente si sarebbe rimosso ogni ulteriore ostacolo.

Riunivasi, di lì a pochi giorni, il 4 Marzo, il Consiglio Comunale, che, desideroso di togliere di mezzo ogni motivo di temporeggiamenti, annuiva alla domanda del Governo per la occupazione gratuita dell’area compresa nei lotti 9 e 10.

Nella sua deliberazione, il Consiglio premetteva che il Governo aveva dichiarato di considerare «come condizione necessaria a proseguire le pratiche iniziate per la costruzione della nuova sede della Biblioteca Nazionale la profferta da farsi dal Comune di Firenze per la cessione dell’area medesima.»

Dichiaravasi che il bilancio Comunale affrontava «un grande sagrifìcio finanziario»; e, per compensare la perdita derivante dalla cessione gratuita di quel terreno, che si sarebbe potuto rivendere al prezzo di