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del Consiglio, per domandare che fossero condotte a termine le lunghe trattative per la Biblioteca. Richiamava il nuovo Capo del Comune al pensiero dell’onorevole Boselli le promesse fatte a lui stesso, nella seduta del 22 Giugno 1888, quando gli presentò una interrogazione circa il funesto abbandono del nostro prezioso deposito dei libri e dei manoscritti.

Il Ministro dell’Istruzione Pubblica si era così espresso, in quel giorno:

Ciò che ha detto l’on. Guicciardini è vero, e la questione che ha suscitato in questo momento è opportuna. Che Firenze sia e debba essere sempre un grande centro di studii, non è mestieri nè ripetere, nè riconoscere: è un fatto che si dimostra da sè.

Che la Biblioteca Nazionale di Firenze sia importantissima è pure un’altro fatto evidente.

Ora, il progetto del quale ha fatto cenno l’on. Guicciardini si collega con un migliore ordinamento della celebre Galleria, che contiene tanti tesori dell’arte Italiana, che è l’orgoglio dell’ingegno italiano, e si collega col sempre migliore assetto dello Archivio di Firenze, che, per la sua ricchezza e per l’ordinamento che il Buonaini gli ha dato, è uno degli Archivi più importanti.

Io, pertanto, non ho a dire all’on. Guicciardini, riguardo al progetto del quale egli ha parlato, altro che questo: che, cioè, il Governo farà il possibile per vincere le difficoltà finanziarie, e le vincerà in un tempo non lontano: anzi speriamo nella prossima Sessione.

E, tenendo conto, altresì, di quanto mi ha rappresentato l’egregio Sindaco di Firenze, credo sia opportuno che il Municipio sappia che gli intendimenti del Governo, rispetto alle Gallerie e alla Biblioteca di quella illustre città, sono conformi a quelli del Municipio e della popolazione Fiorentina.»

Riferendosi a questi espliciti impegni, l’on. Guicciardini scriveva dal Palazzo Vecchio che egli confermava l’offerta fatta al Governo dal suo precedessore, per la cessione gratuita del gruppo N. 17, nel Centro.