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una sagra 183

calore, non incendio; di lì sgorgherà la corrente calda di amore e di pietà, che feconda al bene tutti i cuori più gelidi e nebbiosi, di lì usciranno i canti soavi o eroici, le persuasive istorie, i libri austeri e gai che ammaestrano e consolano, e migliorano.

Non ne usciranno, credete, soltanto avvocati o professori. Chè nemmeno v’entreranno soltanto quelli che aspirano ad essere professori o avvocati. V’entreranno gli agricoltori per avere il consiglio del miglior concime e del miglior aratro, vi entreranno gli operai a perfezionare la macchina che li aiuta nel loro lavoro, vi entreranno tutti quelli che hanno un dubbio, un cruccio, un odio, per trovare la salute nella grande clinica, che non ha solo medici per il corpo, ma veggenti per l’anima. Tutto il popolo vi entrerà. O a dir meglio, sarà essa che si estenderà a tutto il popolo. Deriveranno da essa tutte le scuole, tutti gli ospedali, tutte le officine, tutte le industrie e coltivazioni del paese, ed essa, nel mezzo della pacifica attività che prese le mosse da un suo impulso, starà sempre aperta e sempre in azione, migliorando e perfezionando sè stessa e i figli suoi.

Questo sarà il frutto della libertà. Ma mi direte, o giovani: Non fu già profetato che le Università minori spariranno, quando saranno lasciate sole alla lotta con le maggiori? Non è delle minori la nostra? minore per età, minore per potenza di denaro? Io vi rispondo con profonda convinzione che la nostra Università non è delle minori. Prima di tutto, che vuol dire minore in fatto d’Università? Quando in Messina insegnava il Maurolyco o il Malpighi, di quale Università era minore la nostra?

Ma sia: meno di denaro porti con sè meno di