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capitolo sesto 323

gione e al principato temporale della Chiesa. Antonelli che, ucciso Rossi, avea preso a padroneggiarne la mente, era giunto, usando le stesse arti, a fargli sospendere la pubblicazione di un manifesto redatto dal Rosmini, nel quale il Papa favellava da Gaeta ai suoi popoli benigno e conciliativo, lasciando intendere che, come potesse aver securtà di esercitare l’autorità sua in Roma con libertà piena, vi farebbe ritorno, serbando intatto lo statuto»1.

Ai giudizi addotti fin qui moltissimi altri potrei aggiungere desumendoli dagli autori citati in una precedente nota intorno agli intendimenti, agli atti, all’opera di Pellegrino Rossi ministro e quasi dittatore, per due mesi, a Roma e sulla morte di lui; dei quali fatti mi pare di avere sufficientemente chiarito il lettore, rimettendolo, il meglio che per me si potesse, entro quell’ambiente infiammato, fra il cozzo violento di quelle violentissime passioni e, con la scorta dei maggiori elementi che mi fu dato raccogliere, perchè, da sè, esso possa formarsi un concetto approssimativamente esatto del tempo, dello spazio e degli uomini in mezzo ai quali quel dramma sanguinoso si svolse.

L’esame, che imprenderò or ora e che proseguirò e finirò nel secondo volume, di tutto il colossale processo contro gli uccisori del Rossi e dei processi che con quello hanno affinità, non arrecherà ai miei lettori nessuna nuova luce sui fatti che riguardano il ministero del Rossi e dei quali mi sto occupando.

Quell’esame darà ai miei lettori il bandolo della matassa misteriosa, e fin qui inestricabile, per la storia; quell’esame svolgerà innanzi ai loro occhi tutta la trama e vedranno come, da chi, dove, quando fosse stabilita 1'uccisione di Pellegrino Rossi; quell’esame porrà in luce tutto ciò che v’ha di falso nel Sommario o Ristretto compilato dal giudice processante avvocato Domenico Laurenti e quanta parte avesse la politica e quanta il gesuitismo in quella processura e come avvenissero i dibattimenti e in qual modo, nel giudizio, amministrasse la giustizia il supremo tribu-

  1. N. Bianchi, Storia della diplomazia, ecc., cit., vol. VI, cap. I, pag. 33 e 34; il quale autore cita in appoggio delle sue parole accusatrici del Rossi il dispaccio del Bargagli del 20 ottobre al ministro degli esteri a Firenze, e quello confidenziale del Pareto del 28 ottobre al ministro degli esteri a Torino.