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almeno pel momento, al governo l’autorità e la forza che aveva perduta e impedire molti degli sconci che in quel resto di giorno accaddero. Egli e i suoi colleghi non avrebbero potuto, anche con la più grande energia, impedire - io ne sono convintissimo lo svolgimento logico di quella situazione, ma avrebbero fatto il loro dovere, ciò che per debolezza e timore non fecero.

«Nel ministero» - depone il Duca di Rignano - «tutti credevano che, al più, contro il Rossi tutto si restringerebbe a chiassi da strada e da tribuna e non potemmo sicuramente prevedere un assassinio quale si verificò... In tali disposizioni, senza che io 0 altri del ministero - almeno che io sappia - avessero avviso di ciò che stava per succedere. Rossi all’una e un quarto del 15 novembre andò alla Camera. Io sarei andato poco dopo; perchè doveva prima andare a casa a prendere delle carte (!)... Più tardi (?) io a piedi (?) andavo alla Cancelleria. Là vidi la civica sotto le armi e un muoversi piuttosto turbato di gente: mentre entravo nel portone, due civici, fra cui ricordo il curiale Onesti, mi presero sotto il braccio e mi trassero quasi a forza (!) verso via del Pellegrino e mi dissero che Rossi era stato ferito e che era pericoloso penetrare nel palazzo. Ordinai allora al Capitano aiutante maggiore civico Bianconi che entrasse e mi procurasse notizie del Rossi. Quegli, molto in orgasmo, entrò e tornò, dicendomi che il Rossi era moribondo. Allora fui esortato a tornarmene a casa per la mia salvezza: e vi andai. Poco dopo (?) andai al Quirinale, ecc.» 1.

Se anche questo racconto esprimesse tutta la verità - e or ora vedremo che ne nasconde una buona parte - quel ministro dei lavori pubblici e della guerra, quel Generale comandante tutta la guardia civica che va a prendere alcune carte a casa, in un giorno così solenne e procelloso e proprio nel momento in cui i suoi colleghi vanno alla Camera, quel ministro, quel Generale che tiene vettura del proprio, che gira sempre in vettura e che appunto in quel giorno e in quel momento si avvia alla Camera a piedi, produce una impressione che - lo ripeto non si sa come qualificare.

Ma v’ha di peggio assai.


  1. Dal Processo cit., deposizione Massimo, fog*lio 3683 a 3691.