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ciare a lavorare da capo per ricostituirsi la rinomanza, l’agiatezza, un onorevole stato sociale.

Pellegrino Rossi però non era di quegli uomini che facilmente si sgomentano e si lasciano abbattere dalle lotte della vita. Conscio - e lo fu sempre - della superiorità del suo intelletto, della vigoria della sua cultura, della potenza irresistibile della sua parola, egli era di tempra gagliarda, fiero dell’animo, e quantunque, a quando a quando attratto dalla voluttà meridionale del dolce far niente1, stimolato dal bisogno e, quando non dal bisogno, dall’ambizione, egli era capace di una operosità meravigliosa e meravigliosamente produttrice e feconda. Di più che mediana statura, magro, nervoso, pallido nel volto, dall’ampia ed alta fronte e dagli occhi grigi vivissimi, Pellegrino Rossi appariva subito nel portamento, nelle maniere signorili, negli atteggiamenti aristocratici, uomo elegante, superiore, un po’ altiero, più estimatore di sè che apprezzatore degli altri, con un fare sdegnoso, che talora diveniva sprezzante.

A Ginevra egli non ebbe fretta e, allogatosi in una modesta casetta, in vicinanza della città, si dedicò allo studio e al lavoro e, intanto che apprendeva il tedesco e si sprofondava nella letteratura alemanna, scriveva versi e bellissimi versi — dice un ammiratore di lui — 2, traduceva il poema il Giaurro ed altri

  1. La Bibliothèque Universelle de Genève (di cui il Rossi fu anche collaboratore), tomo X della II serie, février, 1849, a pag. 133 e seg. contiene un importante articolo anonimo, intitolato Pellegrino Rossi, dovuto alla penna di un suo antico discepolo ed ammiratore, che è poi il professore Cherbuliez. In tale articolo si afferma che il Rossi, amante della caccia, aveva anche una naturale tendenza - che egli dominava e vinceva - al dolce far niente. Importa qui che io noti, per l’intelligenza dei lettori, che il prof. Antonio Eliseo Cherbuliez, nato a Ginevra nel 1797, morto a Zurigo nel 1869, scrisse nella Bibliothèque Universelle due articoli su Pellegrino Rossi, uno sul suo Corso di economia politica nel maggio del 1840 nel tomo XXVII della I serie, e l’altro nel febbraio del 1849 nel tomo X della II serie, or ora citato. Inoltre egli scrisse nello stesso periodico, divenuto Bibliothèque Universelle et Revue Suisse altri due articoli nel tomo XXX della II serie, ottobre-dicembre 1867, intitolato Pellegrino Rossi et ses œuvres posthumes. Ora, quando io citerò lo Cherbuliez, indicherò in quale degli articoli accennati affermò le cose per cui viene citato.
  2. A. E. Cherbuliez nell’articolo del 1849. Cfr. Hubert Saladin, M. Rossi en Suisse de 1816 à 1833, Paris, 1849; Henry Baudrillart, nella Revue nationale et étrangère, articolo intitolato Économistes étrangers, tomo V, Paris, 1861; Gustave De Puynode, nel Journal des Économistes, nell’articolo intitolato La vie et les travaux de P. Rossi, tome VIIIme, octobre-décembre 1867.