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capitolo terzo 159

romani, che egli consigliava ed inanimiva ad essere operosi e a stare uniti col governo1.

Ma intanto, che il Guizot non comprendeva nel suo giusto valore l’indignazione che suscitava vivissima in Italia, e la conseguente eccitazione popolare, la politica aggressiva del Principe di Metternich, per effetto della quale «dovunque Pio IX trovava l’Austria che gettava i suoi intrighi a traverso ai disegui di lui»2; intanto che la diplomazia cercava di conciliare rarruffata quistione di Ferrara; intanto che il Papa promulgava il 1° ottobre il motu proprio per la istituzione del municipio romano e il 15 dello stesso mese l’altro con cui organizzava la Consulta di stato, istituita fin dal 19 aprile, ma della quale non erano state fissate nè le attribuzioni, nè il regolamento, intanto che alti personaggi pellegrinavano a Roma, il Principe di Siracusa, il Principe Giorgio di Prussia, il Duca Massimiliano di Baviera, per ossequiarvi ed ammirarvi quel miracolo dei Pontefici e che a’ suoi piedi venivano illustri patriotti italiani quali Terenzio Mamiani, Niccolò Tommaseo, Carlo Popoli, Giuseppe Montanelli, gravissimi fatti, come era logico e naturale, si svolgevano nelle altre parti d’Italia.

Alla gentile Toscana, che era limitrofa allo stato romano, e dove abbondavano gli spiriti colti e le anime generose, si era appiccato quel fuoco di riforme e di italianità che ardeva nello stato vicino; il Granduca aveva resistito - evidentemente per l’influenza dell’Austria e del Metternich - più di quello che dalla mite indole sua non si sarebbe supposto; ma le aperte rimostranze di personalità autorevoli, la stampa clandestina, le agitazioni popolari lo avevano indotto a concedere l’8 di maggio una legge sulla stampa, la quale produsse subito il sorgere di molti giornali, fra cui tre pregevoli assai, l’Alba, la Patria, l’Italia, che aprirono quasi subito un ben nutrito fuoco di fila contro l’Austria abbonita e vessatrice. Poi il Granduca aveva dovuto, il 4 settembre, concedere la guardia civica, onde grandi festeggia-

  1. Lettere di P. Rossi al ministro Guizot, in data 30 luglio e 10 agosto 1847, nelle Mémoires dello stesso Guizot, vol. VIII, cap. XLVI, pag. 364 a 371.
  2. E. Rendu, L’Autriche dans la confédération italienne, già citata, pag. 64.