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— Ammazzatemi, perché non ammazzate anche me? — tanto che avevano dovuto chiuderla nel bagno.

— Quand’è stato? — chiesi.

— È la donna, — disse Oreste, — che dalla rabbia gli ha sparato. Gridava già prima, li sentivano dal bar. Chi sa che porcata c’è sotto.

Era stato a metà pomeriggio, nel caldo. Poli, prima che succedesse, doveva aver preso uno stupefacente, perché rideva sul lettino, beato.

Ne parlammo tutta la sera. Adesso, nell’ospedale e nell’albergo, aspettavano istruzioni da Milano. Rosalba era reclusa in camera; il suo destino dipendeva dalla vita di Poli e anche dall’arrivo del padre di lui: questi era un uomo che, seccandogli lo scandalo, poteva con due parole fermare le indagini e mettere ogni cosa a tacere. C’era sí la rivoltella di Rosalba, un gingillo da signora, in madreperla, ma qualcuno era già pronto a sostituirla con un’arma piú adatta.

— Potenza dei soldi, — disse Pieretto, impassibile, — ti puoi pagare anche un delitto o un’agonia.

Oreste telefonò un’altra volta. — Arriva il vecchio, — disse voltandosi a noi. — Meno male. Chi sa se lui conosce la donna.

Allora gli dicemmo che il colpevole era Poli, che avevamo passato la notte con loro e Poli la trattava già da villano. — Se l’è voluto, — diceva Pieretto. — Una Rosalba come quella è fatta apposta.

— Io torno all’ospedale subito, — disse Oreste. — Gli trasfondono il sangue.

Quella notte passeggiai con Pieretto. Ero esausto dall’agitazione e dal sonno, e lui rimuginava, diceva le sue. Gli confidai che al mattino Rosalba mi aveva chiesto di Poli. — Era chiaro che doveva succedere cosí, — disse Pieretto. — Tutto una donna può accettare ma non che l’uomo abbia una crisi di coscienza. Sai che cosa lei mi ha detto stanotte? Che, con tanto che è giovane. Poli non volta piú la testa a guardare una donna.

— Che cosa facevamo in collina, ha chiesto a me.

— Avrebbe preferito che facesse il porco. Sono cose che una donna capisce.

Allora dissi che, per me, faceva il porco. Che tra la coca e la libera scelta mi sembravano tutte bestialità. Pigliava in giro, ecco cos’era. E bene gli stava la botta.

Pieretto sorrise e mi rispose che, morisse o vivesse Poli, era


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