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era mutato, e quelle pareti invisibili s’erano connaturate al suo corpo. Persino la fiacchezza era dolce, e certe mattine, asciugandosi sulla riva il corpo magro, sentiva salirsi alla gola una smaniosa ilarità che si esprimeva in grida soffocate.

Tutto il paese e quella vita gli parevano un gioco, un gioco di cui conosceva le regole e accompagnava lo svolgimento senza prendervi parte, signore com’era di se stesso e della propria strana sorte. L’angoscia stessa del suo isolamento colorava d’avventura la sua vita. Quando saliva al Municipio a cercar posta, lo faceva con viso impassibile, e il segretario che gli tendeva una busta timbrata non sapeva di aprirgli per mezzo di quel foglio le porte di preziose fantasie, mettendolo in rapporti con un’esistenza lontana, impenetrabile se non da lui che vi riconosceva se stesso. Il viso sgomento di quel vivace segretario pareva stupirsi ogni volta.

— Ingegnere, non è necessario che veniate ogni giorno. Lo sappiamo che non volete fuggire.

Faceva un gesto volubile, allargando le occhiaie.

— Allora, mi mandate a casa la posta? — diceva Stefano.

Il segretario allargava le palme, in segno di disperazione.

Su quella stradetta sassosa, tra la chiesa e il Municipio, s’incontrava non di rado il maresciallo. Stefano scostandosi lo salutava e qualche volta si fermavano a discorrere. Passavano contadini neri e bruciati, con le calze biancastre, e si cavavano il berretto e guardavano a terra. Stefano rispondeva con un cenno. La testa ricciuta del maresciallo si stagliava immobile sul mare.

— Allora non v’intendete di giardinaggio? — diceva dopo un lungo silenzio.

Stefano scuoteva il capo.

— ... Quei peschi mi muoiono.

— Ne avrete molti.

Il maresciallo si guardava intorno. — Tutta la spalliera dietro la caserma. Il detenuto che mi consigliava ha scontato la pena. Ingegnere, andate pure a caccia con Giannino Catalano. Sapete tirare?

— No, — diceva Stefano.

L’esistenza di Giannino lo aiutava a non sentirsi schiavo d’Elena, e dava un senso alle sue attese in osteria e alle chiacchiere con gli altri. Quando usciva di casa sapeva che le strade contenevano imprevisti e differenze e simpatie, per cui tutto il paese si faceva piú concreto e acquistava una prospettiva, e le persone


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