Pagina:Pavese - Romanzi Vol. 1, Einaudi, 1961.djvu/194


nei prati, mentre a lei, che viveva da sola, la mano di un uomo dava ancora il batticuore, quest’idea le tagliava il fiato. — Perché quel giorno sei venuta a dirlo a me? — chiese a Rosa un pomeriggio mentre uscivano insieme. — E a chi vuoi che lo dicessi? Stavo fresca. — Perché non mi hai mai detto niente prima? — Rosa che adesso era tranquilla, rideva. Cambiò il passo. — Se non si dice è piú bello. Porta male parlarne — . Ginia pensava: «È una stupida. Adesso ride ma prima voleva ammazzarsi. Non è ancora una donna, ecco cos’è». Intanto, anche da sola, quando andava e veniva per la strada, pensava che siamo giovani tutte e bisognerebbe avere subito vent’anni, per sapersi regolare.

Per tutta una sera Ginia guardò l’innamorato di Rosa — Pino dal naso storto, uno piccolo che sapeva soltanto giocare al biliardo, e non faceva niente e parlava nell’angolo della bocca. Ginia non capiva perché Rosa venisse ancora al cinema con lui dopo aver provato quant’era vigliacco. Non poteva levarsi dalla mente quella domenica ch’erano andati tutti insieme in barca e s’era visto che Pino aveva la schiena lentigginosa che pareva ruggine. Adesso che sapeva, ricordò che quel giorno Rosa era scesa con lui sotto le piante. Che stupida era stata a non capire. Ma piú stupida Rosa, e glielo disse ancora una volta sulla porta del cinema.

Pensare che in barca erano andati tante volte, e si scherzava, si rideva, si pigliavano in giro le coppie. Ginia che stava attenta alle altre, non si era accorta di Rosa e di Pino. Nel caldo del mezzogiorno erano rimaste sole nel barcone lei e Tina la zoppa. Gli altri, compresa Rosa, erano saliti sulla riva, dove si sentivano gridare. Tina che aveva tenuto sottana e camicetta, disse a Ginia: — Se non viene nessuno, mi svesto per prendere il sole — . Ginia le disse che avrebbe fatto lei la guardia, ma invece tendeva l’orecchio alle voci e ai silenzi della riva. Passò un po’ di tempo che tutto taceva sull’acqua tranquilla. Tina era stesa sotto il sole, con un asciugamano intorno ai fianchi. Allora Ginia era saltata sull’erba e aveva fatto qualche passo a piedi nudi. Non si sentiva piú la voce di Amelia, che si era tirata dietro tutti gli altri. Ginia, scema, immaginando che giocassero a nascondersi, non li aveva cercati e se n’era tornata sulla barca.


190