Pagina:Pavese - Romanzi Vol. 1, Einaudi, 1961.djvu/110



— Macché! — dice Talino. — Sono bianche ch’è un piacere.

Ma io mi fermai nel caffè sulla piazza. — Ringrazia che non mi faccio dare indietro questi soldi. E fa’ presto — . In un caffè pare di essere ancora a Torino: per questo mi piace. Adesso capivo perché Talino aveva fatto finta di dormire, prima nella sala e poi sul treno: per non dovermi raccontare com’era andata con Madama Angela. A meno che, con la storia ch’era di campagna, non l’avesse fatta anche a loro. Michela, che rideva sotto i baffi quando gliel’avevo raccontata, era una donna e la sapeva piú lunga.

— Ecco, — dico a una bionda al banco. — C’è un posto tranquillo per aspettare un amico ch’è andato a far l’amore?

Dietro il banco c’era una porta, e di là un giovanotto che sembrava un ragioniere le guardava le gambe. — Si può andare a mettersi lí? — le faccio.

Intanto si senti una botta rinterzata. Non avevo pensato di chiedere a Talino se a Monticello c’era il biliardo.

— Devo prendere il treno o giocare al biliardo o discorrere con una bella ragazza? — le dico.

— Si può fare l’uno e l’altro, — mi risponde la bionda, e mi guarda ridendo.

— Se prendo il treno, perdo il resto.

— Di biliardi ce n’è dappertutto.

— Ma non di bionde. Vado in un paese dove le donne zappano l’orto...

L’amico che guardava là sotto, comincia a ridere per suo conto. Allora dico alla ragazza: — Qui le gambe fanno ridere? — Lei non l’aveva ancora capita, che già con l’altro ci guardavamo.

Combinammo una sfida al biliardo e ci giocai tutto quello che avevo. La ragazza guardò un momento dalla porta, poi la chiamarono a servire, e finimmo la partita che lei neanche assisteva. Sempre ridendo sotto i baffi, quel giovanotto che sembrava un ragioniere mi suonò le due prime, poi mi diede la buona e mi fece anche quella. Poi chiedo l’ora e sento che il treno è già partito.

Talino aspettava pacifico nella stazione. — E adesso? — Dovevi venire con me, ti divertivi.

Il treno dopo partiva alle quattro. C’era da fare il mezzogiorno in quella piazza, come i buoi sul mercato, e faceva un caldo che ammazza va anche le mosche. L’unico posto che sapevo non potevo piú tornarci, e Talino mi dice: — Andiamo a fare un giro.


106