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godimento recato dalla compunzione e conseguente scelta risoluta di nuove buone azioni che non diano piú rimorso.

Resta, però, che questa condizione («solo quelle che non diano piú rimorso») pare legarci le mani e quindi impoverirci.

Per non dire che, se il rimorso e relativa compunzione e risoluzione a ben fare sono un processo positivo (arricchimento), non si vede perché non si dovrebbe peccare per percorrere poi questa scala di arricchimento.

Conclusione: infatti è legittimo peccare in modi inauditi, scopritivi, che ci portano a rimorsi, e quindi a compunte risoluzioni, a noi nuove (= arricchimento).

È peccato solo il rifare un’azione che già si sa porta al rimorso e quindi a una risoluzione (arricchimento) che non ci arricchisce piú, avendoci già arricchito una volta. Dico bene?

14 luglio.

Per capire l’atteggiamento serio di una donna tra molti giovanotti, respingente e disinvolto e imbarazzato e compunto, pensa al tuo, davanti a cinque o sei puttane che tutte ti guardano e aspettano la scelta.

22 luglio.

Stare in guardia da chi non è mai irritato. (Cfr. 7 dicembre ’37, VI).

Scritta la prima riga di un racconto è già tutto scelto e lo stile e il tono e la piega dei fatti.

Data la prima riga, è questione di pazienza: tutto il resto ne deve e ne può venir fuori.

Può anche darsi che avere in fondo al cuore un rimorso, la piaga di una villania commessa in passato, aumenti la coscienza che si ha di se stessi, ci renda interessanti a noi stessi, ci occupi