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164 gli uomini



cratos   Queste cose si sanno.

bia   Ma non ne segue che il suo cenno sia scaduto. Sono invece scaduti i signori del Caos, quelli che un tempo hanno regnato senza legge. Prima l’uomo la belva e anche il sasso era dio. Tutto accadeva senza nome e senza legge. Ci voleva la fuga del dio, la grossa empietà del suo confino tra gli uomini quando ancora era bimbo e poppava alla capra, e poi la crescita sul monte tra le selve, le parole degli uomini e le leggi dei popoli, e il dolore la morte e il rimpianto, per fare del figlio di Crono il buon Giudice, la Mente immortale e inquieta. Tu credi di averlo aiutato a schiacciare i Titani? Se l’hai detto tu stesso: combatteva come avesse già vinto. Il bambino rinato divenne signore vivendo tra gli uomini.

cratos   E sia pure. La legge valeva la pena. Ma perché insiste a ritornarci ora che è il re di tutti noi?

bia   Fratello fratello, vuoi capirla che il mondo, se pure non è piú divino, proprio per questo è sempre nuovo e sempre ricco, per chi ci discende dal Monte? La parola dell’uomo, che sa di patire e si affanna e possiede la terra, rivela a chi l’ascolta meraviglie. Gli dèi giovani, venuti sui signori del Caos, tutti camminano la terra fra gli uomini. E se pure qualcuno conserva l’amore dei luoghi montani, delle grotte, dei cieli selvaggi, questo fanno perché adesso gli uomini sono giunti anche là e la loro voce ama violare quei silenzi.

cratos   Passeggiasse soltanto, il figliolo di Crono. Ascoltasse e punisse, secondo la legge. Ma com’è che s’induce a godere e lasciarsi godere, com’è che ruba donne e figli a quei mortali?

bia   Se tu ne avessi conosciuti, capiresti. Sono poveri vermi ma tutto fra loro è imprevisto e scoperta. Si conosce la bestia, si conosce l’iddio, ma nessuno, nemmeno noial-