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(Parlano Virbio e Diana).

virbio   Ti dirò che venendoci mi piacque. Questo lago mi parve il mare antico. E fui lieto di viver la tua vita, di esser morto per tutti, di servirti nel bosco e sui monti. Qui le belve, le vette, i villani non san nulla, non conoscono che te. È un paese senza cose passate, un paese dei morti.

diana   Ippolito...

virbio   Ippolito è morto, tu mi hai chiamato Virbio.

diana   Ippolito, nemmeno morendo voi mortali scordate la vita?

virbio   Senti. Per tutti sono morto e ti servo. Quando tu mi hai strappato all’Ade e ridato alla luce, non chiedevo che di muovermi, respirare e venerarti. Mi hai posto qui dove terra e cielo risplendono, dove tutto è sapido e vigoroso, tutto è nuovo. Anche la notte qui è giovane e fonda, piú che in patria. Qui il tempo non passa. Non si fanno ricordi. E tu sola regni qui.

diana   Sei tutto intriso di ricordi, Ippolito. Ma voglio ammettere un istante che questa sia terra di morti: che altro si fa nell’Ade se non riandare il passato?

virbio   Ippolito è morto, ti dico. E questo lago che somiglia al cielo non sa nulla d’Ippolito. Se io non ci fossi, questa terra sarebbe ugualmente com’è. Pare un paese immaginato, veduto di là dalle nubi. Una volta — ero ancora ragazzo — pensai che dietro i monti di casa, lontano,