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i volontari 55

Guido Visconti faceva quella operazione in camicia e mutande; delle quali aveva stretti i lacci in modo da fermare la circolazione del sangue, per impedirvi l’entrata agli incomodi inquilini..... superstiti, della branda.

Si tirava qualche moccolo....

patriottico, si rideva.... ma poi si finiva a dormire saporitamente, come si dorme a vent’anni; colla coscienza di fare, anche in ciò, il proprio dovere di cittadini e di soldati.

Ora, ve lo figurate voi, o lettori, il duca Visconti di Modrone — futuro Senatore del Regno — di notte, col mozzicone di candela in mano, poco vestito, fare nel camerone dei volontari, intorno alla branda, una operazione di simil genere?....

Guido Visconti, essendosi ritirato dall’esercito regolare subito dopo la guerra del 1859, partecipò pure a quella del 1866, arruolandosi nelle Guide di Garibaldi; come vediamo dal bel ritratto che di lui pubblichiamo nella sua nuova uniforme.

E fu, per l’appunto, durante que’ mesi di vita comune, che Guido Visconti non volle in nessun modo distinguersi, per trattamento giornaliero di vita, da nessuno de’ suoi compagni.... non tutti ricchi quanto lui.

A Pinerolo, egli avrebbe potuto darsi il lusso di pranzi e colazioni luculliane, serviti dai migliori nettari di Francia e del Reno.... ma non volle. Soldato come noi, egli invece ascrisse ad onore di potere con noi spezzare il pane.... e dividere il vino.... per quanto annacquato!

Perocchè, in otto o dieci volontari, s’era allora combinata una specie di mensa a pensione fissa, in una casa privata; dove si pagava poco, è vero, ma, in compenso, si mangiava molto poco.... e molto male. Guido Visconti era di quel numero; e non vi dico le risate e, insieme, i brontolamenti che si facevano, quando l’appetito dei vent’anni superava la magra imbandigione, e ci si doveva rifare sopra una innocente vittima, un pezzo di formaggio, battezzato dal Visconti, il Tu me la pagherai!

Ed ora, eccoci ad altri volontari milanesi del 1859.