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184 parte prima

Colui che scrive spera che il lettore vorrà perdonargli la vanità senile: visto, anzitutto, che i vecchi soldati sono incorreggibili radoteurs.... e che scopo di questi cenni è specialmente quello di rendere un modesto omaggio al reggimento, al quale si sente legato da indissolubile vincolo di riverenza e d’affetto.

Ed anzitutto, tracciamo di volo la storia di questo antico reggimento, valendoci in parte di alcuni appunti che il nobile Francesco Vicino Pallavicino,
Colonnello Lorenzi.
già colonnello in Genova, ora tenente generale, pubblicava nel 1894, e distribuiva ai suoi cari dragoni in una delle feste commemorative della gloriosa giornata del Bricchetto, facendoli precedere da questa dedica affettuosa:

Ai miei buoni e cari soldati, perchè si sentano fieri, ora e sempre, d’aver appartenuto a Genova Cavalleria, e perchè vi traggano esempio di illuminata devozione al Re, di cordiale affetto ai compagni d’arme, di indomito coraggio nella pugna.

Premettiamo un po’ di storia.

Nel 1683, regnando il Duca Vittorio Amedeo II, in Piemonte si formava un reggimento di Cavalleria chiamato Dragons Bleux, il quale reggimento nell’anno 1706 assumeva il nome di Dragons d’Altesse, dal motto: “A moi mes dragons!„ con cui S. A. R. Vittorio Amedeo lo aveva chiamato a sè, nella battaglia di Torino.

Dopo la pace di Utrecht, avvenuta nel 1714, in seguito alla guerra per la successione di Spagna, il Reggimento assunse il nome di Dragoni del Re; nome che conservo fino al 1798; nel quale anno, in seguito agli avvenimenti politici, venne nuovamente cambiato in quello di Dragoni Piemontesi, ricevendo a rinforzo gli uomini dei disciolti Reggimenti Cavalleggeri di S. M. e Dragoni della Regina.

Ma dopo il trattato del 1814, ecco che il reggimento riprende l’antico e onorato nome, rimutandolo ancora una volta, nel 1825, con quello di Dragoni del Genevese, e adottando le mostreggiature gialle che oggi porta.

Dragoni del Genevese — e non Genovese — come da alcuni scrittori, e dagli stessi militari, furono erroneamente chiamati; forse perchè, nel 1832,