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i cavalleggeri di monferrato 173

Un cittadino francese, repubblicano provato, venuto pochi giorni sono a Milano, pregò noi di guidarlo a vedere.... tutto quello che della Paneropoli lombarda c’è di bello da vedere. Ben lieti di potergli rendere in piccola parte le molte cortesie da lui avute a Parigi, ci si pose subito, e di gran cuore, a sua disposizione.

Nel rasentare il vecchio e melanconico palazzo del Senato, sede dell’Archivio di Stato, nella corte del quale, solitario nell’oblio, sfida gl’insulti del tempo, il capolavoro dello scultore Barzaghi, credemmo bene di allungare il passo; pensando che a un cittadino repubblicano francese dovesse, per avventura, seccare di vedere là, riprodotta in bronzo con tanto magistero di arte, la figura di Colui, che il Carducci barbaramente chiamò il fosco figlio d’Ortensia.

Preso da una specie di scrupolo, si fece per tirar via dritto; ma con grande sorpresa, ecco il compagno, il quale, data un’occhiata dentro la corte, si ferma di botto su due piedi:

Qu’est-ce que c’est que cela? — e ci mostrò a dito Napoleone, cui un raggio di sole, proprio in quel momento, illuminava la testa. Poi, senza nemmeno chiedere permesso al portinaio, entrò in corte.

Trovatosi al tu per tu coll’Imperatore, sclamò:

Tiens!.... Voila Louis Napoleon!....

Da buon repubblicano, egli, naturalmente, non voleva chiamarlo l’Empereur!

Ma dopo averlo attentamente osservato, chiese se quella poca zolla di gramigna che lo sostiene fosse il suo vero basamento; se quello fosse il posto che la città di Milano gli aveva definitivamente assegnato....

Tale domanda, fatta così a bruciapelo, non poteva non legarci la lingua. Non rispondemmo; e quello, sia che intuisse il nostro sentimento, o non so per quale altra ragione, continuò senza aspettare la risposta:

— Perchè lo tenete in un luogo tanto fuor di mano? Perchè, voi milanesi — e sottolineò le parole — non lo fate invece uscire in luogo aperto?.... Perchè non lo mettereste, per esempio, laggiù, davanti a quell’arco della Pace che abbiamo dianzi visitato, e dove, durante la campagna del 1859, egli entrava a fianco di Vittorio Emanuele nella vostra Milano liberata?....

Questa volta non si potè a meno di rispondere:

— Perchè?.... perchè siamo... immemori e ingrati!!

Però, nel rispondere, non gli si nascose la nostra sorpresa, ch’egli, un repubblicano, mostrasse tanto interessamento per il bronzo di Colui che la