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102 parte prima

dei cooperatori più attivi della leggendaria spedizione garibaldina, ch’ebbe per risultato la pagina gloriosa di Marsala.

Il conte Piero Correr morì parecchi anni sono — crediamo a Bologna — ispettore ferroviario. Nessun laudatore, nessuna necrologia — che noi sappiamo — in tanto sciupìo di gonfiature apologetiche, ne ricordarono degnamente la storia! — Ed ecco perchè noi, che avemmo la sorte di conoscerlo da vicino in quei memorabili giorni, che abbiamo avuto l’onore di vederlo alla prova; noi, suoi vecchi amici e ammiratori, profittiamo di questo
Benedetto Cairoli.
capitolo — nel quale figurano quei valorosi suoi concittadini, venuti al mondo dopo di lui — per ricordarne almeno il nome, e mandare alla sua memoria un melanconico ma doveroso pensiero.

Non c’indugiamo sul nome di Benedetto Cairoli. Parlano troppo eloquentemente di lui le pagine più radiose della storia del risorgimento d’Italia, perchè noi ci permettiamo di portare il nostro povero grano di incenso dentro la cripta di Groppello, dove — lontani dalle miserie dell’oggi — dormono tranquilli i suoi resti venerati.

Ci fermiamo, invece, un momento, sul nome di Nicostrato Castellini. Il nome di quel temerario che incontrò allegramente la morte nel combattimento di Vezza il 4 luglio 1866. Egli era Capo di Stato Maggiore della Divisione Medici fino dai 1859. La sua fine gloriosa ci dispensa dal dire quale sia stata la sua azione durante la prima campagna, e in tutte le imprese garibaldine che si succedettero dal 1859 in poi.

Il Castellini, nel 1866, comandava il 2° Battaglione Bersaglieri; e aveva sotto i suoi ordini, come capitani: lo sventurato Antonio Frigerio — del quale parliamo più avanti — l’Antonio Oliva, che fu deputato, e Giulio Adamoli, oggi senatore, incaricato recentemente dal Governo italiano di sorvegliare non so quali interessi nel lontano Egitto.