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poesia popolare eroica civile 203

tu centellina pian piano ed a fiore di labbro la nera
bibita: il tiepido sorso allo stomaco è molle carezza.
Questo pel vivere parco: tu questi consigli senz’altro
segui se giungere vuoi sino a tarda vecchiezza robusto.

la santa famiglia

Già la chiesa raggia di lampadari
molti, l’ara già di ghirlande è cinta,
e d’incenso pio fumigando odora
                              l’incensïere.
Forse che vogl’io celebrar con l’inno
gli avi re del figlio del sommo Dio?
di David la casa e di quell’antica
                              gente la gloria?
No: più dolce m’è ricordar la casa
piccolina di Nazaret, e quella
povertà del bimbo Gesù, e quella
                              tacita vita.
Da l’estreme piagge del Nilo, come
li conduce un angelo, il Dio fanciullo,
dopo molti affanni, ritorna in casa,
                              salvo, del padre.
Imparando l’arte del padre gli anni
prende e passa di giovinezza, occulto;
e da sè compagno si presta a l’umile
                              opra di fabbro.
— Il sudor m’irrighi le membra — disse,
— pria che il sangue che verserò, le bagni;
anche questa pena, a salvar l’umano
                              genere, voglio! —