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Il terzo è una serie di ritratti e fatti caratteristici dei grandi nemici di Roma, Brennus, Pyrrhus, Hannibal, Jugurtha, Mithridates, Vergingetorix, Arminius, e altri: e tra questi Spartacus e Catilina.

Il quarto è una piccola memoria sugli ordinamenti militari di Roma. Per questi lavori è necessario ai giovani tornare agli scrittori che hanno già studiato nel Ginnasio, a Cornelio, a Cesare, a Sallustio. Per ottenere che essi li rileggano con attenzione, ho proposto alcuni temi di traduzione dall’italiano che per la modernità del dettato e per il linguaggio tecnico hanno grande difficoltà, non però insuperabile a chi cerchi negli autori le parole e le frasi, più che nei dizionari. Sono per es. l’«ardita mossa» del Pianell alla battaglia di Custoza, raccontata dalla relazione del Lamarmora, il «quadrato» del Principe Umberto, tratto dalla medesima relazione, e altri simili. Altri temi di traduzioni dall’italiano sono alcuni aneddoti di virtù civile e militare di italiani, ricavati dalle opere storiche. Sono peraltro lavori ben difficili, anche per l’insegnante, e vogliono molto del suo tempo; del tempo ch’egli ha il dovere più che il diritto di dedicare anche ad altri studi che procaccino a lui e alla scuola il rispetto e l’amore degli alunni. Presentarli poi al Ministero e al Ministro nella loro forma greggia e scolastica, non amerei. Se l’E. V. me lo permette, prima della fine dell’anno scolastico gliene presenterò un largo saggio, non con l’aspetto di poveri «pensa» tutti segnati e colorati, ma di nitidi quaderni che attestino oltre che l’opera paziente dell’insegnante, anche la docile gentilezza dello scolaro. Per ora l’E. V. spero che voglia credere che io la ho compresa.