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che si aveva di Cesare assente, nel 741 a celebrarne il ritorno, quando fu eretta Vara della Pace, il poeta canta più sciolto e più sincero. Il secondo anzi fu il canto del cigno, canto di pace e d’amore e di gloria e di serenità1. Rileggiamo con questo il suo primo Epodo: Altera iam teritur bellis civilibus aetas. Parte per parte, i guai d’allora sono ora cessati. Non più il timore del deserto, non più la vergogna dei Parthi, non più la guerra, non più la corruzione: Tua, Caesar, aetas! Visse ancora più di cinque anni, lavorando al secondo libro delle epistole e all’Arte poetica2. Nel 746, V. Kal. dee., poco dopo Maecenate, morì.

XIII.

La poesia, quella vera, ha da avere l’ispirazione in un passato di dolore, e l’adempimento in un presente di serenità. Direi: come la vite: radici tra i sassi e grappoli al sole: come il grano: primavera piovosa ed estate serena. La poesia augustea è di due ragioni, e i poeti di due schiere. Li divide presso a poco quel giorno delle Idi di Marzo, che fu de’ più burrascosi per il genere umano. Chi era adulto quando lo vide, non lo dimenticò più, quel giorno,´

  1. Vedi IV. Odi del quarto libro.
  2. Al Sabbadini l’arte poetica e l’Epistola a Floro paiono anteriori al Carmen Saeculare. Vedi Le Epistole di Orazio comm. da R. Sabbadini, Loescher, pag. 9 e segg. Le ragioni sono ingegnose: una ingegnosissima. Ma. bisognerebbe tener conto anche delle particolarità linguistiche e metriche. Ne accenno qualcuna: l’A. P. non ha esempio d’iperbato di et; contiene molti più neologismi, per es. le caratteristiche formazioni di sost. in tor e di avverbi in ter etc.