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cessarie ; la quali cosa non sarebbe conciliabile nè coi diritii dell’episcopato, nè colla insufficienza dei mezzi che un misi- stro può avere per apprezzare giustamente i bisogni spiri- tuali di ciascuna diocesi e l’aiuto che ciascun vescovo possa ripromettersi dai membri del clero che gli è soggetto.

Mantenere e rispettare le libertá dei vescovi in tutto ciò che concerne sia l’ammessione agli ordini sacri, sia l’apprez- zamento dei bisogni del culto cattolico in ciascuna diocesi, e per altra parte riconoscere il diritto che allo Statuto compete di dare o negare, ampliare o restringere le dispense da) ser- vizio militare per gli alunni ecclesiastici; siccome da iui si giudichi giovare alla nazione abbisognante dell’uno e dell’al- tro servizio, parve alla Commissione essere il solo conve- niente mezzo di sciogliere questa prima questione. E perciò, riservandosi a proporre modificazioni che valgano a rimuo- vere ogni dubbio sulla parte che intendesi di fare con questa legge alla Chiesa ed allo Stato, ella passò ad esaminare ie restrizioni che si vorrebbero fatte alle dispense del clero per ciò solamente che si riferisce alla loro necessitáo convenienza.

È veramente necessario, è conveniente che s’iniroducano nella legge sul reclutamento militare disposizioni restrittive della dispensa finora conceduta agli alunni delclero cattolico?

Ammettendosi che in qualche modo giovi di determinare il numero delle dispense che si potranno annualmente con- cedere a ciascuna diocesi dello Stato, conviene che questa determinazione sia in cadun anno ripetuta, e si faccia Cipen- dere interamente dal giudizio di un ministro ?

Quando non si abbia a temere eccesso di dispense a favore del clero, o siasi provveduto ad evitarne il pericolo, quan- tuuque remoto, avrá lo Stato giusto motivo di negare ai ve- scovi la facoltá di comprendere fra gli alunni da essi recla- mati quelli che appartengono al clero regolare, ancorchè per essi non si ecceda il numero delle dispense a ciascuna dio- cesi assegnato ?

Queste domande ia Commissione si è proposte, e la mag- gioranza dei vostri commissari avrebbe trovata assai faciie la risposta, se non si fosse grandemente preoccupata della convenienza di dare opera a che questa legge desiderata noa vada ancora soggetta a troppo lungo ritardo.

La necessitá di ridurre a meno le dispense a favore del clero cattolico non potrebbe essere validamente propugrata a fronte delle solenni dichiarazioni dei vescovi della Savoia e del Piemonte, a fronte dei fatti accertati dagli autentici do- cumenti che il Governo ha somministrati al Parlamento,

Le dichiarazioni irrecusabili dei vescovi ci fanno certi che neí maggior numero delle diocesi il clero non è soprabbon- dante, ma sí piuttosto insufficiente ai bisogni che ii numero degli aspiranti alla carriera ecelesiastica va ogni anno sce- mando in modo inquietante, e che ogni giorno crescendo pei giovani e per le loro famiglie i motivi di scoraggiamento, non eccesso, ma spiacevole mancanza, si debbe prevedere per non lontano avvenire.

Hl quadro delle dispense, onde il clero ha goduto nelle leve di molti anni trascorsi, ne accerta in modo incontesta- bile ii progressivo scemamento quasi sino a metá di ciò che era dianzi.

Per la qual cosa, non solo rimane esclusa la necessitá di provvedimenti restrittivi, ma potrebbesi considerare egual - mente dimostrata la sconvenienza di scegliere appunto que- sto momento per introdurre nella nostra legge sulla leva disposizioni che, non essendo, almeno per ora, necessarie, potrebbero essere sinistramente considerate come manifesta- zione di animo ostile al elero cattolico.

Ma questa mancanza di opportunitá e convenienza si debbe

Ticunuscere cyidente, se si considera che nella legge mede-

sima, mentre si avrebbe cura di restringere a danno del clero cattolico il diriito alla dispensa di cui ha sempre goduto, non si avrebbe difficoltá ad allargare il numero delle dispense dal servizio militare amimettendo a pari trattamento gli aspi- ranti al Ministero di altri culti tollerati. li Senato consenti senza opposizione a siffatto pareggiamento, ma nen potrebbe con ‘eguale facilitá trovare opportuno che si usi nel tempo medesimo severitá non necessaria verso il clero cattolico ; ad una parte si conceda un diritto che mai non ebbe finora, ed all’altra invece si restringa un diritto che mai le fu ne- gato ; si usino verso gli eppugnatori della Chiesa cattolica tolleranza e favori che possono accrescerne il numero e la forza, ed intanto nuove disposizioni si facciano per diminuire il numero de’ piú validi difensori,

Per queste considerazioni, o signori, la maggioranza della vostra Commissione avrebbe creduto debito suo di non am- mettere alcuna restrizione alie disposizioni giá adottate dal Senato, se fra le ragioni di convenienza meggiormente degne di essere prese in considerazione quella non fosse che c’in- vita ad agevolare l’adozione di questa legge ormai divenuta indispensabile ed urgente, conciliando per tutto ciò che è possibile ie coscienziose nostre opinioni con quelle di altre persone egualmente animate da vero e solo desiderio del pubblico bene,

Principale scopo dele proposte restrizioni quello si è che venga riconosciuto il diritto allo Stato competente di negare o limitare Je spese di cui si tratta, e che sia rimosso assolu- tamente il pericolo di eccesso mediante fissazione di un nu- mero il quale non sia lecito di oltrepassare. All’uno e ali’altro di questi desiderii la vostra Commissione unanime consente, purchè a determinare il numero delle dispense cancedibili si proceda con le cautele e coi riguardi che l’importanza di quest’atto richiede.

La Commissione non ha petuto persuadersi che convenga di dare al ministro di grazia e giustizia piena ed assoluta autoritá di determinare ogni anno il numero delle dispense dal servizio militare, che potranno essere concedute agli alunni ecclesiastici.

A lui mancheranno certamente i mezzi di abilitarsi ad un sicuro e retto giudizio, e, quali che siano Ie di lui determina- zioni, gli sará fatto rimprovero o di ostilitá verso il clero, o di troppo facile deferenza-zi vescovi. Giá si riconobbe che i soli vescovi anno diritto e mezzi di apprezzare i bisogni spirituali delle ioro diocesi, e soli possono giudicare se i loro preti siano per numero e per attitudine sufficienti ; il mini- stro di grazia e giustizia non sarebbe a questo giudizio com» petente, nè î’uffizio suo potrebbe somministrargli una piena conoscenza di quei fatti che lo Stato può apprezzare in questa determinazione,

In cosa di tanta difficoltá ed importanza parve alla Com- missione che il concorso del Parlamento sia da volersi, e le parve inoltre che la legge determinante il numero delle di- spense per ciasenna diocesi non dovrebbe essere annuale, ma durevole sino a che per legge sia variata. È d’uopo che i vescovi sappiano anticipatamente il numero di dispense sul quale possono fare assegnamento nell’indirizzo di quei gio- vani che molto prima dell’etá prescritta per la leva si mo- strino inclinati ed atti ad imprendere la carriera ecclesia» stica ; e quantunque anche fatta per legge la determinazione possa andare soggetta a variazione, non vha dubbio che il carattere stesso della legge e il modo soleane in cui emana, debbono inspirare ed inspirano maggior fitucia di provvedi- mento duraturo, ==Pagina:Parlamento subalpino - Atti parlamentari, 1853-54, Documenti I.pdf/84

ferma nel proposito di procedere colle distinzioni dianzi fatte alla soluzione di tulte le questioni che si propose, la Commissione crede che al potere legislativo debba essere ri- servato il diritto di determinare il numero delle dispense che potranno essere concedute tenendo conto dei fatti che egli è in grado di apprezzare, quali sono certamente la po- polazione, il numero delle parrocchie, la loro situazione, la condizione degli abitanti, il numero degli uomisi che cia- scuna provincia debbe sommipistrare alla leva, e la propor- zione di queste col numero ordinario degl’inscritti designa- bili, dopo di che sia fatta piena libertá al vescovo di ciascuna diocesi di scegliere per la dispensa quelli fra gli alunni del suo clero che meglio creda poter soddisfare ai bisogni spiri- tuali de’ suoi diocesani.

Ammessa la libertá e l’indipendenza dei vescovi nello ap- prezzare i bisogni del culto nelle ioro diocesi, e nello sce- gliere gli alunni ecclesiastici che loro convenga di proporre per la dispensa nei limiti dalla legge prestabiliti, si po- trebbe considerare senz’altro risolia la terza questione che concerne il clero regolare, imperocchè non saprebbesi trovar ragione di vincolare contro di esso la libera scelta dei ve- scovi,

Si oppose che il clero secolare è piú che sufficiente ai bi- sogni del culto e perciò non può essere necessario il soc- corso del clero regolare; ma i vescovi della Savoia e del Piemonte hanno invece altamente dichiarato che l’aiuto del clero regolare è necessario alla Chiesa, principalmente perla predicazione, e che i vescovi di molte diocesi sono costretti a valersi dei regolari per collocarli economi o vice-curati nelle parrecchie sprovvednte,

Si disse che il clero regolare meno direttamente provvede all’esercizio del culto cattolico, ma i vescovi attestano, e tutti sanno, che molti fra i monaci, liberi affatto di mondane cure, costantemente si adoperano in aiuto del clero secolare nei piú faticosi servizi del culto, ed a questo si rendono utili, come giovano al popolo con ogni maniera di caritatevole as- sistenza, e certo non è da temere che la scelta dei vescovi cada su quelli che men utili si rendono.

Si aggiunse che la dispensa dal servizio militare potrebbe essere eccitamento a simulate vocazioni di giovani che solo agognino di menar vita meno faticosa e piú comoda ; ma oltre che siffatta obbiezione comune ad ambele parti del clero, meno opportunamente si addurrebbe contro i monaci, i quali fa- cendo voto di povertá, rinunziano a quanto possedono 0 po- trebbero sperare, menano vita dura sotto severe discipline poco tellerabili da chi non sia veramente amimato da puri sentimenti religiosi, è qui da ripetersi ciò che prima di- cemmo, doversi lasciare ai vescovi, soli giudici competenti, piena libertá di decidere intorno alla sinceritá delle voca- zioni. Ai vescovi, piú che ad altri, debbe stare a petto di avere clero ben composto e ricco di abiti collaboratori vera» mente ammati da santo zelo, non aspiranti alla carriera ec- clesiastica come a modo di migliorare la prepria condizione, e Dessersi protratta di un anno l’etá della leva loro dará tempo di meglio scernere le vere dalle simulate inclinazioni, Dopo di che se avvenga, come è accaduto assai volte, che uo- mini tratti dalla vanga ottengano mercè di questa conces- sione d’accrescere il numero dei buoni ed operosi ministri del culto, sará cosa di che dar lode alta legge, egualmente che alle corporazioni religiose schiudenti îa via dell’ecclesia- stico ministerio anche ai cittadini della piú amile e povera condizione, mancanti di mezzi per atulitarsi nei seminari ed in altre scuole ad esercitario degnamente e con frutto,

Sigaori, per non piú diluagare senza bisogno questa giá

lunga parte di relazione, la Commissione si rimarrá dal rife- rirvi minutamente le petizioni indirizzate al Senato dal pro- vinciale de’minori Osservanti in Torino e da quello dei che- rici regolari delle Scuole pie. La testimonianza cei vescovi, la notorietá dei fatti, ed i principii che la Commissione ha adottati, escludono il bisogno di addentrarsi nell’esame de- gli importanti servizi che si resero e si rendono alla Chiesa cattolica ed alio Stato da queste e da piú altre corporazioni religiose.

Soltanto può essere opportuno che ancora si aggiunga la speciale considerazione, che l’escludere gli alunni dei clero regolare da ogni partecipazione alla dispensa, non solo tor- nerebbe ad umiliante sfregio per essi, che pur sono alunni del clero cattolico, e comparirebbero dal legislatore conside- rati men degni e meno utili degli aspiranti di cniti solamente tollerati, ma sarebbe, come fu giá il solo annunzio di siffatta esclusione, impedimento a domande di nuove ammessioni, indiretta e celata abolizione di tutte le povere e piú atili cor- porazioni religiose come appunto quella dei ricorrenti Sco- lopi, e quelle che astrette a voto di assoluta povertá sono le migliori, le piú file amiche del popolo a cui soccorrono in tutte le miserie, in tutte Je calamitá della vita.

La Commissione ha creduto di potersi dispensare dall’e- same di queste particolaritá, anteponendo 2d ogni altra con- siderazione la libertá dei vescovi nella scelta degli aluoni rispondente alla libertá dello Stato nel determinare il numero degli ammessibili a dispensa. ;

Art. 101. Il Senato ricorda cerfamente che, discutendosi nella Sessione del 1851, il primo progetto di legge sul reclu- tamento dell’esercito, alcuni de’ piú onorevoli suoi membri sorsero a domandare l’aggiunta di una disposizione per cui fosse mantenuta in favere dei fratelli delle scuole cristiane la sospensione di partenza per debito di leva, che loro si concedeva presso di noi, come presso le altre colte’ nazioni, da cui venne accolto il loro istituto. E voi ricordate, o si- gnori, come alcuni dotti senatori, ampiamente versati nelle cose di pubblica istrazione e pienamente informati del modo in cui vi si adoprano i fratelli delle scuole cristiane, non solo dimostrarono la somma utilitá dei servizi da essi prestati, principalmente a vantaggio dei poveri figli del popolo, ma si dichiararono inoltre convinti che male si potrebbe, almen per era, riparare da noi alla loro mancanza.

H Senato non poteva perciò disconescere essere questo appunto il caso di dispensa dal servizio militare in grazia, e perla durata di altro servizio importante a cui non si po- trebbe provvedere in altro modo egualmente appagante, on- dechè s’indusse facilmente a votare ed aggiungere al suo progetto questa disposizione:

a Eguale dispensa è nello stesso mada conceduta a coloro che, facendo parte di corporazioni religiose specialmente de- stinate all’edncazione ed istruzione del popolo, anche senza vincolo di voto perpetuo, facciano prova di appartenere alla classe dei maestri regolarmente approvati dalla competente autoritá, e di essere stati dalla inedesima riconosciuta tra maestri distinti,»

Questa disposizione fu dal Governo mantenuta nel progetto da lui presentato nella Sessione del 1852, ed invece piú non si trova nel progetto che in nitimo Inogo ei presentava:al Senato. A voi spetta, o siygneri, di decidere se da voi si debba perseverare nella prima vostra risoluzione, 0 se ai motivi di convenienza che allora vi persuasero e nan sono cessati, altri si oppergano che possano indurvi a concilianti modificazioni.

Contro la proposta soppressio..e ebbe il Senaio rimastranze,