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corpi si rinnoverá altresí ognorachè i risparmi o lo speso in meno risultante da minor forza d’uomini conservati sotto le armi siano destinati ad altre spese non bilanciate, o in somma minore, ovvero si fará comparire negli spogli come economia ciò che è rimborso o pagamento di debito allo Stato.

La Commissione crede che il Governo deve avvisare a tro- vare modo di ricondurre gli spogli presentati ad una reale significazione, alla coincidenza delle cifre dello spoglio, e quelle delle competenze definitive dei corpi, affinchè questi conti presentati al Parlamento siano identici con quelli delle amministrazioni militari, non credendo opportuno vi sia una contabilitá fra corpo e potere esecutivo, ed un rendiconto diverso fra questo e il potere legislativo.

La Commissione comprende che forse ciò non potè essere negli anni di guerra, quando il Parlamento non arrivava a sancire i bilanci ; essa comprende che il Governo deye avere una larga facoltá d’azione come tutore 0 capo di una nume- rosa ma non ricca famiglia, ma essa sente che trattasi sem- pre del denaro di una famiglia ben maggiore che è la na- zione, la quale ha verso caduno di noi il diritto della piú serupolosa investigazione dell’uso stato fatto del tesoro che colle imposte depone nelle casse dello Stato,

Vi proponiamo intanto di sancire questo fatto compiuto.

Poichè abbiamo da ragionarvi dell’amministrazione mili- tare, crediamo devervi fare brevi parole circa due massime tuttora applicate che ci paiono inconciliabili con quelle libe- rali dei nostri tempi e sono: quella di Ritenzione di paga a chi accusato e processato escí di carcere non convinto, e ciò per il tempo della prigionia.

Niuno di voi ignora che le vigenti massime riconoscono e dichiarano legalmente innocente ogni accusato non stato con- dannato come colpevole: nè le vigenti dottrine ammettono piú una semicolpa, nè la punizione (e qui lo sarebbe) di un sospetto.

L’altra è la multa imposta al soldato che subí una cura sifilitica: se è quella come rimborso di spesa all’ospedale perchè dispensarne tulle le altre malattie? Se è punizione d’immoralitá è inflitta a pochi fra moltissimi colpevoli, cioè ai piú disgraziati; epperciò è ingiusta.

S HI. — Degli aumenti di spese miltari.

La somma veramente gravissima a cui s’innalzò progressi- vamente d’anno in anno il debito del nostro Stato, e quella pure cospicua a cui si mantengono le spese annuali di tanto inferiori alle entrate, ambe cagioni di nuove e mal tollerate imposte, e tali a compromettere le simpatie destate nella po- polazione dalle liberali istituzioni, sono argomenti d’interesse tanto nazionale e d’importanza politica sí grave, che ci è sembrato dovere di noi, che siamo mandatari del popolo, di esaminare pure qui la vitale questione dell’aumento delle spese.

È però debito di giustizia il confessare che, se l’aceresci- mento dei pubblici carichi è da attribuirsi, in considerevole parte al bilancio militare, e singolarmente alle spese fatte per la guerra dell’indipendenza italiana ed alfa condotta ed esito della medesima lotta, non vi ebbe meno ampia parte la soddisfazione che l’attuazione delle libere istituzioni impose di dare alle ispirazioni generose, ai bisogni di giustizia e di progresso che da lungo tempo richiedevano interesse mate- riate e morale, non che il voto della nazione, bisogni re- spinti, voti e desiderii accumulati e soffocati per tanti lustri,

durante i quali le spese facoltative 0 straordinarie gorerna tive si applicarono in tanta parte a personali condiscendenze od a sterili o nocive istituzioni, come furono quelle che ven- nero in conseguenza del famoso editto del 21 maggio 1814, fra cui la prima fu la costituzione di un debito pubblico che non esisteva, e lo spogliarsi di beni la cui proprietá era pas- sata allo Stato.

Ma la Commissione, conoscendo i limiti di sna incombenze, restringe le sue riflessioni all’anno ed alle materie, che sono lo scopo di questa relazione.

L’aumento delle spese militari parte fu temporaneo, parte d’indole permanenie. Parte fu la conseguenza di fatti ed una

legge della necessitá, parte lo fu del sistema governativo po-

lifico-economico.

Noi crediamo singolarmente opportuno indagare l’indole del piano adottato dal Governo per l’esercito in quest’anno 1850; perchè, essendo il primo dopo la definitiva conclusione e la pubblicazione del trattato di pace, può ricercarsi se al- cune, e quali misure straordinarie o di politica prudenza, in considerazione di eventualitá future, prossime o remote, fossero indispensabili, e singolarmente se lo stato armato, quasi di guerra attica, dopo la battaglia di Novara, dovesse e fino a qual tempo continuarsi, e da quali misure economi- che dovesse essere accompagnato, dovendo il Governo in questo primo anno di pace avere contemporancamente in mira l’opera lunga sí, ma urgente in parte della realizzazione dei benefizi dello Statuto politico, ed avvisare soprattutto allo sbilancio crescente delle finanze ed alle politiche condi- zioni d’Europa,

Varie erano quindi le vie che si presentavano alla scelta dell’amministrazione dello Stato riguardo alla forza pubblica, quali:

a) Decidere che il Piemonte continuerebbe a sostenere il carattere che assunse nel marzo 1848 ed agire da sè;

b) Restringersi al ruolo di ausiliario di una potenza di primo ordine, qualora sorgesse necessitá o convenienza di guerra.

Nell’uno e nell’altro caso la via si sottodivideva in altre, meritevole caduna di seria contemplazione, cioè: c) ravvi- sardo prossima l’eveniualitá d’una guerra cui dovessimo par- tecipare; d) ravvisando la guerra fuiura come meno proba- bile o remota, od anche, se prossima, non possibile, 0 sí, sopra una grande scala, al Piemonte.

Eravi infine qualche via intermedia, o il camminare al- l’azzardo. i

Nel caso b) il Governo doveva adottare, rispetto all’ar- mata, un sistera economico diretto al ristauro delle finanze, limitando la forza dell’esercito al numero che si aveva prima della guerra del 1848 (in cui erasi duplicato il numero dei reggimenti che aveva lo Stato nel regno antecedente), ac- coppiando al medesimo, per maggiore tutela degl’interessi politici italiani, sia l’antico ordinamento con reggimenti spe- ciali, detti allora provinciali, abitualmente in congedo, ma organizzati e passabilmente istrutti, o con contingenti nume- rosi di soldati di riserva, col metode Villamarina che pote- vali correggere, od infine col far concorrere la nuova istitu- zione della guardia nazionale o altra figlia di quella a for- mare quella maggior forza che si voleva avere di armaia at- tiva, organizzando sapientemente ed economicamente una. riserva poderosa e di pronta mobilizzazione.

IH Governo proclamò la necessitá dell’aumento dell’armata permanente, adottò all’incirca il sistema d’ordinamento mili- tare di Luigi Filippo, con considerevole forza in continuato reale servizio, e propose nel suo bilancio 1850 la forza del