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non si facesse alcun pensiero di una, clie, sebbene non piú iscritta ne! bilancio del Ministero di guerra, è tuttavia spesa che ha origine militare, e gravemente pesa sulle finanze dello Stato, vogliamo dire quella delle giubilazioni militari.

L’aumento di parecchi milioni al quale in breve tempo andò soggetta questa spesa eccitò vive lagnanze, esagerati timori, ed un piú giusto desiderio di provvedimenti che ne impediscano il progresso. Ma per ciò che concerne il rapido modo nel quale le pensioni crebbero in pochi anni è d’uopo ricordare che in gran parte è dovuto a contingenze affatto speciali e straordinarie le quali indussero il legislatore a ge- nerosi provvedimenti sia verso colora che presero parte alle campagne dell’ultima guerra, sia verso le famiglie di quelli che vi perderono la v’’a, sia verso militari giá prima esclusi dal servizio per motivi politici, e sia ancora verso molti che un dí appartennero all’esercito imperiale di Francia.

Questa generositá di cui possiamo gioriarci non è da te- mere che sia cagione di ulteriore aumento di spesa, e si ha invece certezza che il peso con essa imposto all’erario andrá scemando ogni anno ; oltre di che si debbe ritenere che, se da un lato si aggravò il carico delle pensioni, si ha dall’altro un compenso di qualche importanza nella ritenzione a cui si assoggettarono gli uffiziali tutti, sia militari, sia economici, e nel numero grandemente diminuito di veterani ed invalidi e di uffiziali in servizio sedentario.

Per tali considerazioni, ed anche tenendo conto dello straordinario motivo di piú frequenti giubilazioni che si ebbe nei ristreltivi ordinamenti personali. noi crediamo, come dianzi accemnammo, alquanto esagerati i timori che si sono manifestati intorno al progressivo crescere di questa spesa, ma non è perciò che siamo meno persuasi del bisogno di sol- leciti provvedimenti i quali meglio premuniscano l’erario, e, diremo anche, il servizio dello Stato da troppo facili colloca- menti a riposo,

Le tariffe delle pensioni, vuoi militari, vuoi civili, rego- late come sano presentemente, non ponno essere tacciate di esuberanza, e prudentissimo fa il pensiero di affidarne la esalta ed uniforme applicazione per tutti i Ministeri ad una Commissione composia di persone scelte nel Consiglio di Stato, nella Camera dei conti e tra uffiziali di alto grado del- l’esercito e dell’ordine amministrativo. Laonde non altro sembra potersi giustamente desiderare se non che ogni cura sia ridotta a rendere meno frequenti le dispense dal servizio con pensione.

Per ciò che concerne gli impiegati civili la legge non po- trebbe essere piú severa, perciocchè non ammette a pensione di riposo se non coloro i quali dopo lungo servizio siano di- venuti inabili a continuarlo, e solamente dispensa dall’ob- bligo di somministrare la prova di siffatta inabilitá quelli che giá contino 45 anni d’impiego, ovvero 72 anni d’etá; per la qual cosa se impiegati taltora abili al servizio sono posti in ritiro ed ammessi a far valere i loro diritti a pensione, non ponno i ministri sottrarsi alla grave responsabilitá di recato danno all’erario, quando alle precoci giubilazioni non siano stati costretti da soppressione d’impieghi, o da altri potenti motivi di convenienza pel servizio di cui rispondono,

Ma per ciò che concerne le pensioni militari, la frequenza giustamente lamentata d’immature giubilazioni è senza dub- bio dovuta a troppo larghe disposizioni di legge, e special. mente a quella di esse che imparti assoluto diritto a pen- sione di ritiro per anzianitá anche a coloro che contino soli 25 anni di servizio, qualunque ne sia l’etá e l’attitudine a servire.

Ricordiamo che a siffatta disposizione il Senato allora si

induceva per riguardo a quei militari che prima di aver com- pito trent’anni di servizio si trovassero cosiretti a cessarlo per mal ferma salute, ma questo riguardo ampiamente fu usato di poi colla legge del 25 maggio 1852 la quale am- mise a conseguire un assegnamento di riforma i militari che dopo otto anni di servizio siano divenuti inabili a proseguirlo per infermitá non valevoli al conseguimento della giubila- zione.

Dopo questa generosa concessione non sarebbe certamente troppo severo provvedimento quello che. ristabilisse come regola generale per tutte le giubilazioni a titolo di ‘anzianitá la condizione di trent’anni di servizio ; ma qualora sembrasse ancora opportuno di mantenere il diritto a giubilazione an- che dopo soli 25 anni di servizio, sarebbe per ogni verso conveniente di aggiungere tale condizione di etá che togliesse a giovani e robusti uffiziali il diritto di ritirarsi dal servizio con pensione a carico dello Stato,

Lasciando che dal Governo si mediti su questa e su quelle altre modificazioni che meglio possano contribuire alla bra- mata minor frequenza di giubilazioni, la Commissione si li- mita ad affrettarne co’suoi voti la proposta, e per altra parte si lusinga che i ministri procederanno coi riguardi dovuti alle presenti angustie delle finanze nel determinarsi a pro- muovere collocamenti a riposo non dimandati.

Signori, nel dar principio a questa relazione, fummo sol- leciti ad annunziare che la Commissione farebbe bensí a compimento di un coscienzioso dovere quelle osservazioni che l’esame del presente bilancio fa credere utili pei futuri, ma concluderebbe proponendo al Senato la concessione di tutti i chiesti assegnamenti. Epperò, dopo che abbiamo sod- disfatto alla prima parte di questo debito, compiamo alla seconda con raccomandare alla vostra approvazione gli asse- gni domandati per le spese del Ministero di guerra nell’anno corrente,

Ministero degli Affari Esteri (Poste).

Relazione della Commissione della Camera, 28 aprile 1854 (Daziani, relatore).

Sienori! — Se ogni dicastero onde si compore l’ammi- nistrazione di un Governo ritiene nella rispettiva di lui sfera d’azione un’importanza sua propria, il dicastero di cui andiamo ad intrattenervi, non è certamente ad alcun altro secondo , perchè specialmente destinato a rappresentare all’estero la nazione ed a sostenerne il decoro e gli interessi. Locchè non ottiensi tanto colla direzione degli affari data ai ministri incaricati dei portafogli dell’amministrazione interna, quanto colle vigilanti ed illuminate cure degli agenti aventi il mandato di far conoscere ed onorare questa politica appresso le estere nazioni, i

Ma se tale è considerato in tutti gli Stati il Ministero degli affari esterni, a maggior ragione io deve essere pel nostro Piemonte il quale, confinante con due grandi potenze e posto appiè delle Alpi ed alle porte d’Italia, per la difesa della sua indipendenza ha sempre avuto una nobile e nazionale mis- sione da compiere, ed una condizione politica di somma importanza; importanza di moito aceresciuta dopo gli eventi del 1848, e dopochè il tricolore vessillo sventola rapprésen- fante il principio di indipendenza e del principato eostitu- zionale.

Laonde, abbenchè sia questo paese limitato per l’estensione