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delle feste celebrate in Milano nel 1771 , che lo stesso Reina pubblicò nel 1821, a poche lettere e ad alcuni documenti, dei quali si parlerá piú avanti. Era quindi mio proposito, nell’accingermi alla presente edizione, di raccogliere in essa tutte quante le prose pariniane, edite ed inedite, delle quali avevo notizia. Ma poi dovetti persuadermi che una edizione integiale avrebbe accresciuta di troppo la mole dei due volumi, nei quali era stabilito che si dovessero contenere le prose del Nostro; e quindi, sebbene a malincuore, ne soppressi qualcuna delle meno importanti, pur riservandomi di pubblicarle altrove e di darne notizia in questa stessa Nota. Pel testo delle prose inedite ricorsi naturalmente ai manoscritti, quasi sempre autografi, che le contengono; pel testo delle giá edite ricorsi alle edizioni fattene dall’autore, o, per quelle postume, alle stampe curate dal Reina e dagli altri editori. Ma poiché, in molti casi, era possibile risalire dalle edizioni postume ai manoscritti sui quali furono condotte, era naturale che ricorressi, quando mi era possibile, anche a questi ultimi; e a tale scopo mi giovarono soprattutto le giá accennate carte pariniane, che, vendute dagli eredi del poeta al Reina e passate piú tardi in mano di Felice Bellotti, il quale le ordinò, dividendole in sei pacchi, furono, or non è molto, donate dal dottor Cristoforo Bellotti, erede del traduttore dei tragici greci, alla biblioteca Ambrosiana di Milano. Debbo però dolermi di aver potuto esaminare le carte ambrosiane solo dopo che il primo dei due volumi delle Prose era giá finito di stampare, cosicché mi vedo ora costretto a rilegare in questa Nota alcune aggiunte e correzioni, che avrebbero trovato luogo piú conveniente nel testo. Fortunatamente il Reina, che giá ebbe a valersi di queste carte, fu un editore diligente, e quindi il danno non è poi molto grande. Aggiungerò che, ogni qualvolta mi trovai in presenza di piú manoscritti della stessa opera, cercai naturalmente di stabilire quale rappresenti l’ultima volontá dell’autore, e questo seguii sempre, anche nelle particolaritá ortografiche, spesse volte variabili, non solo dall’uno all’altro scritto, ma anche nel corso dello scritto medesimo. E mi permisi qualche correzione solo quando mi trovai in presenza di evidenti errori di scrittura. Dall’indice dei due volumi è poi facile desumere in quale ordine furono distribuite le prose del Parini nella presente edizione. Nel primo volume raccolsi tutti gli scritti critici ed accademici