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LA PESCA Galatea ed Aci. Fra Tonde del mare, rasente il lido, si vedrá Galatea,^bellissima ninfa, sdraiata negligentemente sopra una conca marina, la quale sará in atto di presentare con una mano delle ostriche e simili frutti di mare ad Aci, bellissimo giovane, il quale, stando in piedi sul lido, si chinerá per ricever graziosamente il dono. Vicino alla conca di Galatea si vedrá un tritone o due, uno de’ quali porterá fra le mani una quantitá di pesci, e l’altro potrá scherzar diversamente all’intorno. In distanza si vedrá accennato sull’alto d’una rupe il gigante Polifemo, in atto di sonar la siringa, appoggiato ad un bastone. In aria si potranno introdurre degli amorini scherzanti, ad arbitrio. Galatea sará di carnagione bianchissima. Avrá un poco di panneggiamento ceruleo, coi capelli intrecciati di perle e di erbe acquatiche. Fará un grazioso sorriso, guardando ad Aci; e questi, che sará in abito semplice da pastorello, colle gambe nude, guarderá a Galatea con significazione di grandissimo affetto. Degli amorini, che saranno in aria, alcuno potrá pescare con una canna, ed altri scherzare con una rete. LA PASTORALE Pale e Pane. [il manoscritto resta interrotto]