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iii - iside salvata 47


involarvi da me. Questo è il piú lieto

il piú superbo di che mai splendesse
per me nel ciel.
Oro. Lo so, Iside, è questo
il fortunato giorno
che il mio padre, il tuo sposo, il grande Osiri
fia beato lassú. Giá dal concilio
dei giudici severi in ciel fu posto
altro dio fra gli dèi. Oggi si chiude
la gran pompa solenne. I primi tori
si sveneranno a lui. Del primo latte
gli spargerem l’altar. Dell’infinito
popolo a lui la temeraria mano
i colossi ergerá, che fra le nubi
penetreranno audaci:
che saran Io stupore
dell’etá piú lontane: e che faranno
il di lui nome eterno
al par del sole apportator dell’anno.
Iside. Ma il cor della sua sposa...
Oro. Ma il cor de’ figli suoi
sará il tempio maggior che nell’Egitto
abbia il nume d’Osiri.
Iside. II piú saldo colosso
dedicato al suo nume, amato figlio,
fieno i popoli suoi. Ei li congiunse,
stabili colle leggi.
Ei consiglio ed aita
diede a me sua compagna. Ah se felice,
oggi miro l’Egitto, io tutto il debbo
alla placida mente, al cor sublime
del tuo gran genitore, alle sue tante
pacifiche virtú.
Oro. Popol beato!
che da quest’ora avrai
due numi protettori, Osiri in cielo,