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sonetti | 307 |
CXXIII
IN LODE DEL MINISTRO PLENIPOTENZIARIO
CONTE CARLO FIRMIAN
Ponendo con amor leggi alle genti,
preme Carlo il sentier che a gloria mena;
e sceso a invigorir sue brame ardenti,
parte in lui del divin raggio balena.
Però tra ’l dir ch’altri lusinga o frena,
le avare ei scopre ambiziose menti;
e sulla ad arte altrui fronte serena
legge i foschi pensieri a fraude intenti.
Merto o Virtú neglette, ecco i di vostri
tornano alfine; or fia che ornai la dura
ignorante Superbia a voi si prostri;
poiché l’Alcide, che l’Insubria ha in cura,
salvando i buoni ed atterrando i mostri,
nostra felicitá giusto assecura.
CXXIV
SUPPLICA A UN MINISTRO
Una povera donna che si trova
senza marito con quattro bambini,
come questo attestato lo comprova
del curato Gian Carlo Filippini,
5sa che Vostra Eccellenza molto giova
col favor, collo zelo e coi quattrini;
laonde implora che a pietá si mova
e che qualche soccorso a lei destini.
Costei è degna di compassione;
10non ha che figli e stracci, e ha a dare
lire settantadue della pigione.