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XI
LA CADUTA
(Nell’inverno del 1785)
[1785]
Quando Orion dal cielo
declinando imperversa;
e pioggia e nevi e gelo
sopra la terra ottenebrata versa,
5me, spinto ne la iniqua
stagione, infermo il piede,
tra il fango e tra i’obliqua
furia de’ carri la cittá gir vede;
e per avverso sasso
10mal fra gli altri sorgente,
o per lubrico passo
lungo il cammino stramazzar sovente.
Ride il fanciullo; e gli occhi
tosto gonfia commosso,
15che il cubito o i ginocchi
me scorge o il mento dal cader percosso.
Altri accorre; e: — Oh infelice
e di men crudo fato
degno vate! — mi dice;
20e, seguendo il parlar, cinge il mio lato
con la pietosa mano;
e di terra mi toglie;
e il cappel lordo e il vano
baston dispersi ne la via raccoglie: