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290 le odi


     Di Teti, odi, o figliuolo,
il ver che a te si scopre.
Dall’alma origin solo
100han le lodevol’opre.
Mal giova illustre sangue
ad animo che langue.
     D’Èaco e di Pelòo
col seme in te non scese
105il valor che Tesèo
chiari e Tirintio rese:
sol da noi si guadagna,
e con noi s’accompagna.
     Gran prole era di Giove
110il magnanimo Alcide;
ma quante egli fa prove,
e quanti mostri ancide,
onde s’innalzi poi
al seggio de gli eroi?
     115Altri le altere cune
lascia, o garzon, che pregi.
Le superbe fortune
del vile anco son fregi.
Chi de la gloria è vago
120sol di virtú sia pago.
     Onora, o figlio, il nume
che dall’alto ti guarda:
ma solo a lui non fumé
incenso o vittim’arda.
125È d’uopo, Achille, alzare
nell’alma il primo altare.
     Giustizia entro al tuo seno
sieda e sul labbro il vero;
e le tue mani sièno
130qual albero straniero
onde soavi unguenti
stillili sopra le genti.