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II

LA SALUBRITÀ DELL’ARIA

[1759]

     Oh beato terreno
del vago Eupili mio,
ecco al fin nel tuo seno
m’accogli; e del natio
5aere mi circondi;
e il petto avido inondi!
     Giá nel polmon capace
urta sé stesso e scende
quest’etere vivace
10che gli egri spirti accende,
e le forze rintegra,
e l’animo rallegra.
     Però ch’austro scortese
qui suoi vapor non mena:
15e guarda il bel paese
alta di monti schiena,
cui sormontar non vale
borea con rigid’ale.
     Né qui giaccion paludi
20che dall’impuro letto
mandino a i capi ignudi
nuvol di morbi infetto:
e il meriggio a’ bei colli
asciuga i dorsi molli.