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244 il giorno


doman chiedi vendetta; alto sonare
fa il sacrilego fatto; osa, pretendi,
95e i tribunali minimi e i supremi
sconvolgi, agita, assorda: il mondo s’empia
del grave caso; e per un anno almeno
parli di te, de’ tuoi corsier, del cocchio
e del cocchiere. Di si fatte cose
100voi progenie d’eroi famosi andate
ne le bocche de gli uomini gran tempo.
     Forse ciarlier fastidioso indugia
te con la dama tua nel vuoto corso.
Forse a nova con lei gara d’ingegno
105tu mal cauto venisti: e giá la bella
teco del lungo repugnar s’adira;
giá la man che tu baci, arretra, e tenta
liberar da la tua; e giá minaccia
ricovrarsi al suo tetto, e quivi sola
110involarse ad ognuno in fin che il sonno
venga pietoso a tranquillar suoi sdegni.
Tu in van chiedi mercé; di mente in vano
tu a lei te stesso sconsigliata incolpi:
ella niega placarse. Il cocchio freme
115dell’alterno clamore; e il cocchio in tanto
giace immobil fra l’ombra: e voi, sue care
gemme, il bel mondo impaziente aspetta.
Ode il cocchiere al fin d’ambe le voci
un comando indistinto; e bestemmiando
120sferza i corsieri, e via precipitando
ambo vi porta; e mal sa dove ancora.
     Folle! Di che temei? Sperdano i venti
ogni augurio infelice. Ora il mio eroe
fra l’amico tacer del vuoto corso
125lieto si sta la fresca óra godendo
che dal monte lontan spira e consola.
Siede al fianco di lui lieta non meno
l’altrui cara consorte. Amor nasconde