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182 il giorno


stimolanti s’uni l’ambra o la terra
890che il Giappon manda a profumar de’ grandi
l’etereo fiato, o quel che il caramano
fa gemer latte dall’inciso capo
de’ papaveri suoi; perché, se mai
non ben felice amor l’alma t’attrista,
895lene serpendo per li membri acquete
a te gli spirti, e ne la mente induca
lieta stupiditá, che mille adune
imagin dolci e al tuo desio conformi.
A tanto arredo il cannocchial succeda
900e la chiusa tra l’oro anglica lente.
Quel notturno favor ti presti allora
che al teatro t’assidi, e t’avvicini
o i pie’ leggeri o le canore labbra
da la scena remota, o con maligno
905guardo dell’al te vai logge spiando
le abitate tenèbre, o miri altronde
gli ognor nascenti e moribondi amori
de le tenere dame, onde s’appresti
all’eloquenza tua nel di venturo
910lunga e grave materia. A te la lente
nel giorno assista, e de gli sguardi tuoi
economa presieda, e si li parta,
che il mirato da te vada superbo,
né i malvisti accusane osin giammai.
915La lente ancor su l’occhio tuo sedendo
irrefragabil giudice condanni
o approvi di Palladio i muri e gii archi
o di Tizian le tele: essa a le vesti,
a i libri, a i volti feminili applauda
920severa o li dispregi. E chi dei senso
comun si privo fui che insorger osi
contro al sentenziar de la tua lente?
Non per questa però sdegna, o signore,
giunto a lo speglio, in gallico sermone