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E, perché le belle statue di marmo fatte per mano di egregi artetici e somiglianti opere e ornamenti si sogliono por nelle chiese, nelle piazze, nei palagi e nei luoghi piú riguardevoli delle cittá, e una ben dipinta tavola tanto piú agli occhi de’ riguardanti aggradisce quanto ella è collocata in miglior lume; cosi io, mosso da cotali esempi, procacciando d’indrizzar convenevolmente questa eccellentissima opera a personaggi nobilissimi e da’quali le si potesse accrescere ornamento e raddoppiarsele gloria e splendore, la mando fuori sotto il nome di V. S. illustrissima. La quale, sapendo quanto la cognizion delle lettere sia necessaria alla disciplina delle arme, abbracciando l’una e l’altra, n’ha fatto un composto tale, che quanto sovrasta a molti altri cavalieri e prencipi di prodezza e di valor corporale, tanto gli si lascia adietro di prudenza e di tutte le virtú dell’animo. Percioché, contenendosi in lei tutte quelle parti che hanno posto in tanta ammirazion del mondo i Leli, gli Scipioni, i Cesari e i Pompei, accompagna ogni sua lodatissima azione con zelo ardentissimo di religione e con ornamento di magnanimitá, di liberalitá e di magnificenza. Laonde alla felicissima casa Gonzaga, c’ha avuto origine da re e da imperadori e che è come fonte del valore e della nobiltá italiana, V. S. illustrissima aggiunge gloria e ornamento, e piú ve ne aggiungerá col corso degli anni. Di qui aviene che non pure è degna di condurre eserciti di prencipi, di re e d’imperadori, ma di aver nelle sue mani il governo dei mondo. Percioché, se è vera la sentenza di quel gran filosofo, che quali sono i rettori delle cittá, tali sogliono essere i cittadini, tutte le genti universalmente, prendendo esempio da lei, sarebbono adorne d’ogni lodevole disciplina. Ma, se io volessi venire ai particolari di V. S. illustrissima, mi bisognerebbe scrivere un volume intero. E questo peso è da altre spalle che le mie non sono; e le sue, dirò immortali, prodezze saranno celebrate dai piú chiari e dotti scrittori del secolo nostro. V. S. illustrissima gradirá intanto il dono col benigno e grazioso favore della sua umanitá, si per la qualitá sua e del suo autore, e si per la divozion del mio animo, il quale le si dimostrerá col tempo in migliore occasione. E le bacio la illustrissima e valorosissima mano.

Di Venezia, a’ xv di giugno mdlxvii.

Di Vostra illustrissima Signoria servitore

Lodovico Dolce.