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LE SEI GIORNATE

nuovo accidente divenuto, e riconosciuto Piero, il quale fermo per un braccio lo teneva, a lui in questa maniera rispose: — Non so, o Piero, s’io deggia fermamente credere agli occhi miei quello ch’io veramente veggo, overo per la novitá e maraviglia del fatto non prestare alla mia vista fede. Sei adunque, o meschino me! tu quel Piero, giá da me nella corte del re di Portogallo conosciuto? Che dico io conosciuto? Quel mio si domestico e caro amico, la cui amistá fu dal canto mio si leale e si fedele, che dal sospetto, che di te, come sai, il re prese, e dal concetto sdegno di lui e dalle insidie la tua vita serbai? È questo il volto tuo? Son queste quelle parole, con le quali cotante grazie del ricevuto beneficio mi rendevi? È questo il guiderdone, il quale con si solenne giuramento ad ogni occasione mi promettevi? È questa quella voce, con la quale Iddio per testimonio chiamavi che mi eri ubligato la vita, posciaché la tua dalle altrui calunnie difesa e liberata avea? Con quale animo adunque o per qual cagione doveva io da te e dalle tue insidie guardarmi? Perché, in cambio di avere la tua vita da sovrastante pericolo salvata, dovessi io da te della mia essere privo? Quando ti offesi io giamai? Per quale ingiuria io a te fatta merito di ricevere per vendetta la morte? Salvo se ingiuria non avesti stimato lo scampo della vita tua, da me per te medesimo riconosciuto. Se la ragione, o Piero, il debito, la gratitudine non ti muove, muovati la compassione di un solo figliuolo, il quale di una mia novella sposa quest’anno mi trovo nato: noi volere si tosto, con si misero e non pensato avenimento, del suo padre privare. E, se unqua ti strinse l’amor del padre il cuore, instantissimamente e quanto piú posso ti prego cosi d’ogni pietá non ti voler spogliare, che alla vecchiezza del mio qualche compassione non porti ; si che essa ti conduca di rendermi anzi ai miei vivo, che saziare ingiustamente l’animo tuo della mia morte. Consenti almeno ch’io vegga un fratello mio, stato da me lungamente lontano e giá da me pianto per morto, ch’io ora andava al porto per rivedere. Or vengati a mente, se a te senza giusta cagione si strano e miserabil caso avenisse, quello che ti parerebbe; e desta nell’animo tuo quella pietá della mia morte, dalla quale