dirvi intendo, che perché piú degli altri mi si convenga d’esser
il primo occhio né creda dare giusta sentenza. E dirò credere
che piú amore, che Carlo a Fioretta portava, lo indusse a darsi
morte che altra cosa. Perché, se odio che alla vedova portasse
l’avesse indotto a questo, poteva egli, con minor suo danno,
molto meglio e piú sicuramente dimostrarlo con lo avvelenare
similmente essa vedova o con le propie mani, come quello
che troppo bene lo poteva fare, ucciderla; overamente, manifestando la impietá sua, porla in mano della giustizia e farla
mal capitare; e in piú di mille altre maniere che egli non fece.
Ma, perché solamente amore lo spinse a darsi morte, egli si
contentò che l’amata sua, dal cielo guardando, vedesse in questo
lo affetto grandissimo dello amor suo, il quale nel danno o nella
morte della vedova non avrebbe potuto vedere, essendoché la
vendetta arreca sempre smisurata dolcezza nel petto di colui
che la fa. Onde il giovane, che perfettamente amava, volle tôr
via ogni occasione a Fioretta di pensare che egli, piú tosto mosso
dalla dolcezza che si sente nel vendicarsi che da amore che
ad essa portasse, la vedova uccisa avesse: a se stesso la
morte diede nella guisa ch’abbiamo inteso. E, se la ragione
prevale che Catone e tanti altri valorosi, per lo amore che alla
patria portavano, si donassero similmente morte, cosí prevalere potrá questa mia: che, cosí come quelli si contentavano morire e credevano morir gloriosi, posciaché morendo facevano
chiaro al mondo quale e quanto era il loro amore verso la
patria, io posso conchiudere che similmente Carlo dallo amore
che a Fioretta portava fusse spinto a morte e che si credesse
felicissimamente morire, posciaché morendo faceva conoscere
alla giovane amata l’ardentissimo amore che egli le portava. —
Rispose allora il Veniero: — Con bellissime e potentissime ragioni ci avete fatto intendere la sentenza vostra. Alle
quai ragioni io risponderò quattro parole, piú tosto per averne
ancora cento delle vostre, che perché non abbiate forza di acquetarmi e sodisfarmi con una sola. Ditemi adunque: perché non
si potrá credere che piú tosto odio abbia cagionato nel giovane
tal effetto che amore, essendoché egli ne prende quella dolcezza